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EspEriEnzE sonorE tEcnologiE catena di specchi sonori per trasformare un il resto diventa importante e vitale. Si ricon- Progettare il silenzio evento naturale in un gigantesco sassofono. quista il piacere di ascoltare, ci si rende conto Mentre compositori, musicisti e artisti pensano Un paesaggio sonoro di durata limitatissima del volume dell’intensità, della durata della a produrre suoni ambientali e a realizzare pae- ma che si fa udire anche nel vicino centro varietà e della provenienza. saggi sonori, mi chiedo chi si sta preoccupando abitato. All’inizio, fu anche una discreta at- Dialogo nel buio è una mostra/percorso di realizzare il silenzio. Con gusto, buon senso e trazione turistica. allestita da alcuni anni presso l’Istituto dei senza peggiorare l’esistente. Mi piacerebbe che gli Il gioco della cattura del vento diverte e fa Ciechi di Milano. In totale assenza di luce, i sforzi fatti in questo campo convergessero sulle rifettere. E se il misterioso dispositivo astro- visitatori esplorano gli ambienti affdandosi limitazioni, sulla creazione di aree sound- free. nomico preistorico di Stonehenge fosse esclusivamente ai sensi del tatto, dell’udito, Oltre ai tecnici che si occupano di eliminare il un’arpa di pietra o uno strumento a fato dell’olfatto. Quasi una sfda per chi non ha fruscio dalle registrazioni ci vorrebbe qualcuno a scala di paesaggio? Questo aprirebbe una mai considerato alternative alla vista. L’in- che si occupi del borbottio ambientale. serie di nuove ipotesi , probabilmente mai gresso è la linea di confne fra la luce e il Alcune delle soluzioni proposte, sono però peg- esplorate, che vedrebbero al centro il suono, buio: un buio così profondo che disorienta. gio del male. Innestano dosi più o meno mas- la musica e la sacralità. Vorrebbe dire anche da qui in poi occorre imparare un altro modo sicce di nuovi stimoli sonori, musiche messaggi. 5000 anni di errate interpretazioni. Oppure di vedere. Ho ritrovato un vecchio aforisma Mentre il traffco stradale rimane la principale una nuova burla. Insieme a questi dubbi me di Gilbert Keith Chesterton, nel quale mi fonte di inquinamento acustico nelle aree ur- ne sorgono altri. Guardo gli specchi sonori, sono sempre ritrovato. Le strade sono piene bane, occorre rilevare come esso si diversifchi gli altri dispositivi artistici e musicali, lo stato del rumore dei taxi e delle automobili, do- molto anche secondo il tipo di pavimentazione di degrado in cui versano e mi domando: vuto non all’attività, ma al riposo umano. stradale, il tipo di veicoli, e a la guida degli au- ma siamo sicuri che siano necessari? Quan- Ci sarebbe meno trambusto se ci fosse più tomobilisti. Cause che non hanno a che fare 43 do vedo queste macchine aggrapparsi alla attività: se la gente semplicemente andasse a con il volume di traffco, che parrebbe l’ovvio igiene urbana brezza che si alza di malavoglia, per esalare piedi. Il nostro mondo sarebbe più silenzioso dato di riferimento. I livelli di rumore possono igiene urbana gennaio-marzo 2015 un sospiro che ne giustifchi la presenza, se fosse più energico. Da un vecchio amante variare anche di 30 decibel in funzione di queste arrivo facilmente alla conclusione: forse no. del paradosso e della polemica come Che- variabili. Quindi fare le strade bene e guidare Era meglio ascoltare i gabbiani, le rane e sterton, possiamo accettarlo. Sentircelo dire con criterio sono soluzioni che premiano più il vento arrabbiato. Ma naturale. Invece di da chi dovrebbe fare arrivare in orario i treni di qualsiasi barriera acustica. Buono a saper- aggiungere orpelli su orpelli e inquinare la e far scorrere veloce il traffco, no. si. Non è solo questione di qualità del suono e vista con visioni tristemente quotidiane. di consapevolezza di quali sono i suoni giusti. Il problema è la quantità e l’unico sistema è Chiudi gli occhi e guarda limitarla. Cerco suoni minori e migliori. Cer- Ci fdiamo della vista: assaggiamo con gli oc- co azioni rivolte al minimalismo sonoro. Non chi, annusiamo con gli occhi, tocchiamo con mi riferisco alle esperienze degli anni ‘70 dei gli occhi. A volta proviamo anche ad ascoltare riduzionisti. Ma punto direttamente a produrre con gli occhi. Basta cancellare la vista per meno suoni. Mi piacerebbe togliere non aggiun- un momento che è subito smarrimento. Ci gere. Voglio un progetto che pensi a una città cade il mondo. Contro questo smarrimento più bella e più vivibile, che sposti continuamen- è stato organizzato a Milano Dialogo nel te l’obiettivo su uno dei sensi, sempre diverso. Buio un viaggio di oltre un’ora nella tota- Così che il risultato fnale sia inafferrabile. Mi le oscurità. Una semplice passeggiata in un piacerebbe un progetto di armonia tra estetica giardino, diventa una nuova e straordinaria e acustica, con cui i suoni emessi siano più di- esperienza. Un dato formidabile: oggi risulta screti e facilmente assemblabili. Mi piacerebbe l’attrazione di Milano con il maggiore pun- poter scegliere tra luoghi pieni di suoni e luoghi teggio di gradimento classifcata su Tripad- pieni di silenzi, senza dovermi paracadutare al visor (98%). Il Duomo è secondo, con due centro del Sahara. Mi piacerebbe non sentire punti di distacco. continuamente squilli di telefono che mettono Senza vedere, si cambia persino modo di pen- ansia, procurano fastidio. La progressiva fami- sare: nel quotidiano il cervello è altrove, e si liarità col telefonino ha cancellato l’originaria porta dietro tutti i sensi. Un percorso guidato discrezione della nuova tecnologia. Rotta la da un non vedente che mette a proprio agio i barriera, invadenza e maleducazione hanno disorientati visitatori. Un’esperienza che pone Richiami sonori ancora effcaci: una bella fontana dilagato. Mi piacerebbe produrre meno suoni, ciascuno davanti ai propri sensi e alle proprie con getti d’acqua, al centro di una piccola piazza. poter affermare che il rumore non sono io. Oggi fortune. Quando viene esclusa la vista, tutto Il suono si diffonde in tutte le vie di accesso. non posso dire neppure questo.