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EspEriEnzE sonorE tEcnologiE Nei programmi educativi dell’infanzia sono spesso previste esperienze tattili e Le graminacee competono tra loro per farsi strusciare dal vento. acustiche come la passeggiata sopra le foglie di un albero in versione autunnale. nunci, diventa così un territorio disgraziato, richiamano immediatamente la natura. Le foglie, ha posto il punto di inizio degli studi sui suo- oppresso dai decibel eccessivi e da vibrazioni la pioggia, i passi sulla ghiaia, le voci dei bam- ni ambientali e la loro rilevanza emotiva per 39 insopportabili. È da allora che abbiamo perso bini che giocano, svolgono un ruolo importante l’uomo. La ricerca si è sviluppata in vari campi igiene urbana il contatto quotidiano con i suoni della Natu- nell’esperienza estetica e spaziale di ciò che chia- mettendo al centro il suono come paradigma igiene urbana gennaio-marzo 2015 ra, con la musicalità dell’ambiente. In città miamo paesaggio. Suoni che percepiamo solo del nuovo modo di trattare l’ambiente acustico. i cinguettii, l’acqua sulle pietre, i muggiti e inconsciamente, perché non siamo più abituati Con alcuni risvolti divertenti , come quando il i nitriti sono ormai episodi rari. E quando ci a lavorare su questi temi, che non consideriamo rumore di fondo delle nostre città viene para- sono, rimangono coperti da un persistente di vitale importanza. Fatichiamo ormai a ricono- rumore di sottofondo che è la sommatoria scerli come elementi del linguaggio ambientale sgraziata e sgradevole dei frastuoni mecca- che ci può essere utile per prendere decisioni o per nici e tecnici prodotti per il nostro benessere. prendere possesso fsico di un luogo. Per avere mezzi di trasporto comodi, tempe- rature accettabili, elettrodomestici, apparec- Suoni perduti chi da cucina e così via, ci stiamo giocando Mentre ci allontaniamo da rumori sgraditi, i timpani e non solo quelli. dall’altra parte continuiamo a perdere un pa- trimonio di suoni che hanno caratterizzato la Cartoline sonore, nostra storia e che non rimarranno impressi schegge di paesaggio in nessun modo. Suoni legati a condizioni Quando cerchiamo di ricordare un luogo, pen- ambientali, ad attività umane, a gesti antichi. siamo a com’era fatto, dov’era; pensiamo ai Un patrimonio immateriale che è stato a lungo colori, alla gente. Se faceva freddo o caldo. Se ignorato ed è in gran parte disperso per sempre, c’era vento o neve. Tendiamo a trascurare o a non avendo avuto la stessa fortuna di immagini, lasciare in fondo alla memoria, le sensazioni poesie e racconti, che da tempi immemori han- acustiche che abbiamo percepito, a meno non no lasciato documenti entro biblioteche, raccol- siano state particolarmente accese, nel bene o nel te, pinacoteche. Anche la tecnica di registrazione male. Eppure basta risentire un certo suono che del suono (e si parla quasi esclusivamente di neppure pensavamo di avere registrato e subito musica), nasce tardi rispetto alle altre tecniche ci appare un quadro completo della situazione di riproduzione e diffusione. La scrittura della trascorsa. La memoria uditiva, meno sollecitata musica è cominciata mille anni fa. Molto tardi e meno allenata, lascia però delle cartoline più rispetto alle capacità di riprodurre arti visive o complete e durature rispetto alla memoria visiva, opere letterarie. Anche il sonoro nel cinema è Suoni della natura: “Se lo guardi non te ne accorgi: di quanto rumore eccessivamente stressata. La percezione uditiva ha stato ultimo e realizzato con grande fatica. faccia. Ma nel buio... Tutto quell’infnito diventa solo fragore, muro di un impatto signifcativo sulla capacità di valuta- L’ apertura mentale verso il paesaggio sonoro, suono, urlo assillante e cieco. Non lo spegni, il mare, quando brucia nella zione dell’ambiente vissuto. Ci sono suoni che ci ravvisato nel Nord America già dagli anni ’60, notte”. (Alessandro Baricco)
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