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TERZA PAGINA LETTURA rifi uti, che passione di Guido Viale Che i rifiuti siano una fonte pre, mi lavo le mani, in lo i guanti di lattice e, stando attenta a sciogliere il nodo di chiusura fondamentale della conoscenza senza rovinarlo, apro il sacchetto. Il contenuto di uomini e cose è ormai sembra disporsi sul tavolo da solo, pronto per acquisito. Ma questa conoscenza la mia ispezione: un contenitore per diapositive può trasformarsi in romanzo vuoto, una lattina di birra rossa, tre fette di pane in cassetta ammuf te. Sparpagliati sul fondo, attraverso la scrittura di un’autrice mozziconi di sigaretta e una cinquantina di durante la guerra, che lo ha poi seguito in Sici- che li conosce a fondo. frammenti di foto strappate con dettagli di cor- lia avviando insieme a lui, e poi separandosi e 16 “Troppa trama” era scritto su un biglietto che pi di donne nude. Li pulisco con un pennello di facendo fortuna, un’impresa di raccolta ri uti; martora e li allineo su un foglio di carta come i un giovane pianista solitario e misantropo, che accompagnava un mazzo di rose gialle avvolte tasselli di un puzzle: prima tutti i frammenti dei abita in una villa ormai circondata dalla disca- igiene urbana igiene urbana gennaio-marzo 2014 nel cellophane che dà il titolo all’ultimo ro- seni, poi quelli di braccia e gambe…”. rica gestita da Stavros, dove di notte la malavita manzo di Cinzia Leone (Cellophane, Bompia- La “troppa trama” di questo romanzo comincia dell’isola scarica, ovviamente in modo abusivo, ni, 2013). Quel mazzo Aurora, la protagonista così. Aurora vuol sapere qualcosa di più sulla ri uti tossici e radioattivi; un intraprendente del romanzo, che da piccola amava frugare in vita di un suo aitante e giovane vicino che tutte dipendente di Aurora che è stato compagno questo modo nella vita degli altri, lo aveva tro- le mattine sgomma a bordo di una motociclet- di scuola del pianista e molti altri personaggi vato nel secchio della spazzatura di una pittrice- ta, ma non riesce a capire se il sacchetto che ancora. Insomma, tutta la trama non si può scrittrice dai modi strani che abitava nel suo ha appena preso, sostituendolo al suo, è quello raccontare, non solo perché è molto comples- stesso condominio. Per anni aveva continuato dell’uomo che vuol conoscere meglio. Oppure sa, anche se per nulla “troppa”, ma soprattutto a frugare nei secchi dei vicini; poi aveva smesso, quello di un vecchio, anche lui suo vicino di perché questo romanzo è un noir, e del noir per riprendere poi le sue vecchie abitudini quan- casa e padrone di una cagnetta che Tito, il cane non si può raccontare la ne, ma nemmeno la do, ormai adulta era una giovane imprenditrice: di Aurora, ha appena coperto ingravidandola trama, perché si nirebbe per togliere il piacere aveva ereditato una ditta di disinfestazione dai contro la volontà del vecchio, che adesso pre- a chi ha intenzione di leggerlo. genitori morti prematuramente in un incidente tende da lei un risarcimento perché la cagnetta Fatto sta che qui ne parliamo perché, accanto automobilistico (“Lo sporco per noi è vita” gli è malata e non reggerebbe un parto multiplo. alle vicende del dito, la raccolta e lo stoccaggio aveva insegnato il padre quando era ancora Ma giunta a casa, Aurora scopre nel sacchetto dei ri uti nella discarica di Stavros e la caccia bambina, portandola a esaminare i secchi della che ha appena prelevato, avvolto nella segatu- ai topi, alle blatte e ai parassiti che tiene impe- spazzatura dei vicini). Ora la raccolta dei ri uti ra, un dito mozzato. Lo ripulisce, lo deposita gnata la ditta di Aurora, la fanno da padroni. Fin nella sua città avveniva in modo differente, con nel freezer dentro una scatoletta di tonno, e si dall’inizio: “Quella della spazzatura - confessa i cassonetti stradali, e Aurora aveva inventato un mette in testa di risolvere quel rebus: chi è stato Aurora - è solo una piccola mania: so come non sistema ingegnoso per studiare le abitudini dei a buttare quel dito nella spazzatura? Il vicino farmi prendere la mano. Come a tutti anche a suoi vicini, soprattutto attraverso l’analisi della vecchio o quello giovane? E perché? E di chi me la spazzatura ha fatto sempre schifo. Eppure frazione organica. Usciva con il suo sacchetto è quel dito? Così, intorno a quel dito mozzato è diventata la mia ssazione. Non raccolgo i ri- dei ri uti, lo posava dentro il cassonetto dell’or- si dipana la vicenda di una storia di ri uti e uti, li ispeziono e basta”. E ancora: “La spazza- ganico, prendeva quello che era stato appena di malavita che ha per teatro la città siciliana tura ci racconta e ci tradisce. Finisce per esserci gettato dal vicino che l’aveva preceduto, e che lei dove abita Aurora, che non viene mai nominata, molta più verità in quello che abbandoniamo aveva potuto vedere dalla nestra della sua casa ma che è, con tutta evidenza, Messina; e che ha che in quello che decidiamo di trattenere”. sulle colline; poi, ngendo un ripensamento, si come protagonisti, il vecchio, che è un usuraio Dimmi che cosa butti in pattumiera e ti dirò chi allontanava con il nuovo sacchetto per portarse- legato alla malavita; un veterinario incaricato di sei. Per esempio, “Al contrario della spazzatura lo a casa aprirlo e incominciare la sua analisi. far abortire la sua cagnetta, che invece porterà imprevedibile della pittrice, il secchio di casa “L’apertura di una busta della spazzatura ha a buon ne la sua gravidanza; Stavros, un gre- nostra era pieno di ri uti insigni canti. Una fa- un suo rituale. Anche questa volta, come sem- co compagno di prigionia del padre di Aurora miglia scialba, dove si buttavano solo cose ordi-