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rapporto riutilizzo 2013 terza pagina Italia, le Agende 21, la Rete ONU e Occhio fussi certi di approvvigionamento, l’usato spunti di rifessione anche sulla concessione di del Riciclone hanno prodotto una lettera- soffre di gravi problemi legati a sommersio- adeguati contributi e sgravi annunciati tra gli appello rivolta alle Istituzioni nazionali per ne, fscalità e concessione di spazio pubbli- allegati alla Legge di Stabilità. la rimozione degli ostacoli che inibiscono lo co”. L’avvio della sperimentazione congiunta Dall’analisi emerge che un negozio conto sviluppo della fliera del riuso. Progetti Life+, Rete ONU-Federambiente è un ulteriore se- terzi medio, a conduzione familiare, riesce a come quello No Waste, hanno contribuito ad gnale che va nella direzione di migliorare riutilizzare poco meno di quanto sono riusciti 13 analizzare il possibile ruolo della Grande Di- l’effcienza del servizio di gestione dei rifu- a riutilizzare tutti i centri di riuso del Centro igiene urbana stribuzione Organizzata nella realizzazione ti (riducendo il volume di rifuti ancora in Italia, ma a differenza di questi ultimi non ha igiene urbana gennaio-marzo 2014 di un Centro di riuso e riparazione. buono stato destinati oggi allo smaltimento potuto godere di alcun aiuto pubblico e paga I primi importanti segnali di politiche di o recupero energetico) e sostenere un’econo- proporzionalmente più tasse e tariffe di chi riutilizzo integrate con la gestione dei rifuti mia dell’usato che spesso assume anche una vende il nuovo. Tenendo conto che in Italia sono gli interventi d’indirizzo prodotti da connotazione sociale. i negozi in conto terzi sono circa 4000 è pos- Regioni come la Puglia e la Campania, che Per la prima volta sono stati misurati con sibile valutare il loro volume complessivo di nei loro regolamenti prevedono il coinvol- metodo scientifco (da Occhio del Riciclone e riutilizzo in centinaia di migliaia di tonnellate gimento della fliera economica dell’usato; Mercatino SRL) peso e impatti ambientali del ogni anno. Negli ultimi anni, le proposte di per la prima volta un atto pubblico naziona- riutilizzo da parte degli operatori dell’usato. Su moda e riutilizzo hanno avuto successo prin- le, come il Programma Nazionale di Preven- 210 negozi conto terzi presi a campione, risulta cipalmente nei mercati dei Paesi a reddito più zione dei Rifuti (Ministero dell’Ambiente), una media di beni avviati a riutilizzo pari a basso. In quelli a reddito elevato la proposta si riconosce che “per incrementare i volumi 100 tonnellate all’anno. Ciascuno di essi evita rivolge a una fascia d’élite per alcuni marchi di riutilizzo occorre pianifcare azioni che ogni anno l’emissione di 475 tonnellate di CO2 affermati, mentre proliferano le produzioni rimuovano o contribuiscano a rimuovere gli equivalente. La ricerca ha dato la possibilità di amatoriali che a stento riescono a trovare un ostacoli che inibiscono lo sviluppo del set- confrontare il contributo ambientale offerto da punto d’equilibrio; produzione su scala e in- tore dell’usato. Oltre al problema logistico varie iniziative messe in atto da attori pubblici e ternazionalizzazione del mercato le ricette per e strutturale rappresentato dall’assenza di privati a favore del riutilizzo, fornendo possibili far forire il settore.