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prevenzione rifiuti terza pagina gerarchica va trasformata in azioni, quali ad es. la promozione di strumenti economici, eco- bilanci, sistemi di certifcazione ambientale, utilizzo delle migliori tecniche disponibili, analisi del ciclo di vita dei prodotti, azioni di informazione e di sensibilizzazione dei con- sumatori, l’uso di sistemi di qualità, nonché lo sviluppo del sistema di marchio ecologico, gare “verdi”, accordi volontari di programma f- nalizzati alla prevenzione e alla riduzione della quantità e della pericolosità dei rifuti”. A questo proposito la legge impone al il Mi- nistero dell’ambiente di adottare entro il 12 dicembre 2013 un programma nazionale di prevenzione dei rifuti e a integrarlo nei piani di gestione dei rifuti. In questi programmi de- vono essere chiaramente identifcate le misure e fssati gli obiettivi di prevenzione dei rifuti. Il compito non dovrebbe presentare diffcoltà il riutilizzo è importante: “Il riutilizzo non è dei rifuti. Anche qui, gli strumenti da atti- in quanto, come fa rilevare il Quaderno, “In Ita- stato introdotto nella gerarchia in quanto vare possono essere economici (incentivi e 17 lia esistono repertori aggiornati delle azioni di riguarda beni che sono ancora allo stato di tasse ambientali, oppure coercitivi (secondo igiene urbana prevenzione dei rifuti possibili e praticate con prodotti (non destinati all’abbandono), men- l’approccio command and control) come igiene urbana luglio-settembre 2011 successo nel nostro paese. Si pensi alla Banca tre i beni destinati all’abbandono (e perciò l’adozione di decreti attuativi per introdurre Dati delle esperienze (dal 2004) e alle Linee divenuti rifiuti) hanno bisogno di alcune criteri per gli acquisiti di prodotti riutilizzati Guida (edizioni 2006 e 2010) messe a punto operazioni di “preparazione” per poter essere negli appalti pubblici, ovvero misure educa- da Federambiente in collaborazione con l’Os- destinati al riutilizzo. tive. “Si potranno defnire – aggiunge il Qua- servatorio Nazionale sui Rifuti (http://www. Alla prima fattispecie afferiscono mobili, beni derno - obiettivi quantitativi, si potrà pensare federambiente.it/default.aspx?Action=50). durevoli, AEE (apparecchiature elettriche ed a defnire anche in funzione del riutilizzo la elettroniche), vestiario e altri oggetti, ecce- responsabilità estesa del produttore (anche LA PREPARAZIONE denze alimentari raccolti da svuotacantine e in questo caso si rimanda a decreti attuativi), PER IL RIUTILIZZO organizzazioni del terzo settore e ri-vivifcati si può pensare ad accordi di programma”. Mentre la prevenzione era, in modo del tutto (sottraendoli al destino di rifuto e rimetten- Importante in questo campo è la trasforma- generico, già contemplata come priorità asso- doli nel circuito di utilizzo) per motivi be- zione radicale delle attuali stazioni ecolo- luta nella gerarchia della gestione dei rifuti nefci e/o commerciali: da oggetti donati a giche – e la loro realizzazione dove ancora nella precedente direttiva, che risale ad oltre prodotti da donare a loro volta a non abbienti non esistono o non sono suffcientemente quarant’anni fa, la nuova normativa introdu- o da commercializzare per sostenere le pro- diffuse – in aree dove venga realizzata una ce ex-novo, al secondo posto della gerarchia prie iniziative assistenziali (o commerciali). selezione dei beni scartati che sono ancora, in - e, dunque, prima del riciclo, del recupero Alla seconda i beni destinati all’abbandono tutto o in parte (cioè nelle loro componenti) energetico e dello smaltimento fnale – la ed entrati nel circuito dei rifuti. Mobili, beni riutilizzabili e in cui venga anche promossa preparazione per il riutilizzo. durevoli, RAEE (rifuti di AEE), vestiario e altri una cultura della manutenzione e della ripa- “Per “preparazione per il riutilizzo” - è sempre oggetti, eccedenze alimentari che sono stati razione che consenta di rimettere in circolo, il Quaderno a specifcare come vanno intese consegnati ai cassonetti stradali per la RD e o di conservare, apparecchiature e altri beni le operazioni di controllo, pulizia, smontaggio ai centri di raccolta, ma che attraverso gli in- guasti che altrimenti dovrebbero essere but- e riparazione attraverso cui prodotti o com- terventi di “preparazione” sono trasformati tati via. ponenti di prodotti diventati rifuti sono pre- da rifuti in beni da destinare al riutilizzo. In “Ma si pensa anche – sostiene infatti il Qua- parati in modo da poter essere reimpiegati questo caso abbiamo la trasformazione derno - a misure logistiche, come la costi- senza altro pretrattamento e per “riutilizzo” funzionale, ma anche amministrativa di tuzione e il sostegno di centri e reti accre- qualsiasi operazione attraverso la quale pro- un rifuto in un bene”. ditati di riparazione/riutilizzo, rimandando dotti o componenti che non sono rifuti sono In particolare l’art. 180-bis prescrive alle a decreti attuativi la defnizione di modalità reimpiegati per la stessa fnalità’ per la quale Amministrazioni pubbliche di promuovere operative per la loro costituzione e sostegno, erano stati concepiti”. iniziative dirette a favorire il riutilizzo dei ivi compresa la defnizione di procedure au- La differenza tra riutilizzo e preparazione per prodotti e la preparazione per il riutilizzo torizzative semplifcate”.
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