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LETTURA TERZA PAGINA do do e dell’unto, e da li il cammino fi no troppo dei nostri o degli altrui corpi: al b al bagnato e al grasso non è più molto “Proliferazioni e trip pe. Quel che vacilla tra- lungo. Ora, sono quivi degni di men- lun balla e poi tonfa. Quel che si frega si sfrega e si zione unguento pasta lubrifi cante cera zio gnocca. Quel che s’affIoscia si smolla s’aggrin- strutto pappa amalgama sego e quanto str za. Quel che s’abbocca rosicchia e sforacchia. mai scivoli sdruccioli gemichi intru- m E infi ne ancora altre svariatissime sbrode e gli e spic ci. Inoltre gli spurghi senza infusi”. gl n numero e nome prove nienti da uova Se qualcuno pensa che a questo punto lu lumache funghi pelli meduse tuberi l’interlocutore abbia esaurito la sua vena b bocche froge labbra tubetti picciuoli perversa o il suo lessico rutilante, si sbaglia. g ghiandole frut ti nasi e con essi tutto Ogni categoria di sporco è soggetto a ulte- c ciò che sgorga cola dagli oc chi sbava riori specifi cazioni. Per esempio il grasso; e sfoga sgocciola e stilla”. tutte le conseguenze che esso comporta: “Bene – dice l’interlocutore dell’au- “Torniamo al grasso – dice - Anche il grasso tore, soddisfatto di aver già raggiunto si attacca; ma non come ventosa, bensì come una certa consistenza numerica per il pellicola. Di fron te a lui qualsiasi superfi cie, suo catalogo dello sporco. Ma non si e dunque anche la pelle, perde ogni diritto: ferma certo qui. E continua: velo, piuma o velluto, di venta tutto grasso. “Ai quali da un lato si collega ciò che L’acqua ci slitta sopra, sotto lo strofi naccio si sozzata. Il luogo in cui questo accade con s’appiccica attacca e fi la nel miele formaggio espande ancora di più, ogni suo stra to, per 23 mag giore facilità è il luogo ove la persona catrame vischio mucilla gine melassa pece e tenue che sia, è sempre scindibile ulterior- si prolunga entro la cosa: dunque, ciò che vernice, quel che s’indura si escara s’incrosta mente in due, si moltiplica a piacimento. Se igiene urbana gennaio-marzo 2011 possiede. Proprio per questo ciò che si pos- si rappiglia e diventa scabbia; dal l’altro, quan- sono unto sono tagliato fuori, non ne esco siede è anche oggetto dell’atto irriducibile to trema tremola barbuglia, sbatte in glutine più, scivolo, sdrucciolo, non sono più padro- del ripulire: l’automobile, il sabato, ogni gelée gelatina e caglio. Cui s’aggiunge quel ne di niente. E così niente mi appartiene più, settimana”. che fermenta va a male inacidisce ammuf- appartiene tutto al grasso, e quando nella mia Terzo passo della fenomenologia dello spor- fisce irran cidisce coagula o marcisce, s’ag- angustia mi voglio sincerare del possesso di co: un catalogo. Non potrà mai essere esau- giunge quello che schiocca in bocca scatarra quello che era mio, ogni volta non faccio che stivo e deve necessariamente procedere si spreme scoreggia sputa e tutti i prodotti di tornare a imprimergli il sigillo di questo nuo- per esempi. Ma questi certo non mancano, cotali attività”. D’accordo si dice, o dice tra vo padrone: sono perduto”. come non manca a Christian Enzensberger se e se l’interlocutore, soddisfatto dei primi I dettagli si sprecano, ma dopo questo cam- o, meglio, al suo immaginario interlocutore, risultati di questa maratona nel mondo del pione, possiamo passare direttamente alle la pazienza e il gusto perverso di dilungar- lerciume. Ma non è ancora arrivato alla meta: conclusioni con cui si conclude la rassegna si quanto più possibile sull’argomento. Gli “Poi seguono le bolle di fango argilla poltiglia delle tipologie di sporco affrontata nel primo esempi appaiono così del tutto casuali – si limo mel ma e mota, e poi tutto quello che for- capitolo di questo trattato: potrebbe continuare ad de libitum - di ciò micola brulica si torce contorce e inviluppa, “Che dunque tanto, per il momento, è stabi- che sporca o è sporco: quella che comune- quel che sortisce sca turisce striscia o sbuca si lito: che lo sporco è una categoria. Che ogni mente chiamiamo immondizia. Si comincia gonfi a s’inturgida alza e schiatta vesciche” purezza è vana. Che più rigido è un sistema dal “campo dell’asciutto”: Sporche sono anche tutte le manifestazioni di d’ordine, maggio ri sono le quantità di spor- “Cenere e capelli, le bucce pelli stracci cocci una malessere o di un’infezione che colpisco- cizia che genera; più è sviluppato, più nume- bottiglie ritagli pelliccia, mescolati per giun- no il nostro corpo: rose ne sono le varietà. Che in alcuni sistemi ta, della spazza tura, inoltre tutto il granulo- “Sono da enumerare le escrescenze incre- l’uomo stesso si trasforma in sporco. Che, a so e il friabile, e quanto mai vi si frantumi scenze ulcere foruncoli pustole bubboni suo parere, quello presente è per l’appun- sbricioli sfogli spacchi in modo fatiscente tuber coli ponfi papule e relativa parentela, to un sistema di questo tipo. Poi, compare spugnoso scheggiante sfi lacciante, oppure e in maggior copia alterazioni somatiche un’ambi guità: la pulizia si trasforma in spor- quanto di ciprioso calcinoso fuligginoso spi- come discheratosi para cheratosi acantolisi co, e forse ad dirittura viceversa. Sul che si ra, si po sa deposita e deporre”. esfoliazione desquamazione ipo tricosi, iner- dovrà ritornare.” Poi viene lo sporco intermedio: niamento saponifi cazione decorneifi cazione Ci ritorneremo; con le dovute cautele. “Poi, viene la chiazza macchia zacchera, tan- calcifi cazione degenerazione adiposa dege- to rappresa che impregnata, di latte succo nerazione se bacea e cutanea incaciamento”. colore inchiostro ori na. Son esse a segnare In questo modo la strada è aperta all’ingresso i confi ni verso il vasto pae saggio dell’umi- nel mondo dello sporco anche delle parti di
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