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TERZA PAGINA LETTURA Fenomenologia dello sporco di Guido Viale co è in fi n dei conti, il pulito è perlomeno, interno e ciò che è esterno alla nostra per- Secondo Christian Enzensberger pe rò allora lo sporco è in realtà”. sona. Di qui in poi l’autore si immagina e sporco e pulito sono due facce Le cose, per Christian Enzensberger, non mette in scena un interlocutore che espone inscindibili di uno stesso stanno affatto così. E per dimostrarlo entra “dall’esterno” le sue teorie sullo sporco: processo: più puliamo e più subito con i piedi nel piatto: lo sporco è den- “…disse che nell’analisi, si deve partire dalla produciamo sporco. tro di noi: persona, dalla gene ratrice d’ogni sporcizia. “Venticinque escrezioni conosce l’uomo. Che quanto si trova interior mente a essa è Risveglia no, nel complesso, curiosità e senso mondo, o meglio è sottratto alla ca tegoria Sullo sporco è un trattatello, a metà tra do- di benessere. Una tesa aspettazione ne pre- del mondo o dell’immondo. II valore di 22 cumento di rifl essione e opera letteraria, cede sovente l’apparire, cui segue sempre questo “interiormente” è rigoroso: la faccia interna di svariati condotti e buchi organici soddisfazione. Qual parte della persona ven- scritto in uno stile alquanto ermetico e pub- blicato nel 1968 da Christian Enzensberger, gono alla luce; qual cosa propria le si saluta. già non vi rien tra più, perché sono pensati igiene urbana gennaio-marzo 2011 fratello del più noto scrittore tedesco Hans Ma l’affetto è breve. Sarei ancora io, questa come ingolfamenti nel la persona. Che dun- Magnus, e tradotto in italiano nel 1973 da roba (così il loro autore subito si domanda) que, a fondamento manifesto di quel mac- Feltrinelli: dunque un’opera quasi storica, o non lo sono più, è ancora roba mia oppure chiarsi, detto delle vergini, sta l’idea che la sicuramente diffi cile da trovare. è già un og getto come gli altri? Non la capi- macchia necessaria non oltrepassi una sorta Sullo sporco questo trattato, dedicato in epi- sco, non la volevo, non ci tengo per niente a d’insenatura della persona: cioè, una volta grafe a “più d’uno”, dice tutto quello che si esserlo stato, e anzi: non lo sono stato affat- di più, solo all’esterno. Che anche il tubo di- può dire e anche qualcosa di più, cioè cose to, basta con questo pasticcio schi foso!” gerente, è notorio, si può insozzare giù fi no su cui la maggioranza di noi non ha mai ri- L’ipocrisia è dunque intrinseca alla dialettica alla laringe ma non più in là; e il limite dell’in- fl ettuto a suffi cienza. Per questo, tra una di- tra l’uomo e le sue secrezioni: che sono lo ghiottire segna al contempo quello della nau- vagazione e l’altra, spesso tra loro giustappo- sporco per eccellenza e da cui si sente subi- sea”. Proseguiamo in questa fenomenologia ste scollegate, la lettura di questo libro non to il bisogno di prendere le distanze: dello sporco. Subito dopo la questione della cessa di stupirci, lasciandoci spesso interdet- “Poiché volentieri l’uomo elimina. Poi la sua sua origine, dall’interno della persona, viene ti. Ma il testo è così denso che presentarlo cosa, una volta fatta, lui la denuncia; e quan- quella della prossimità. Lo sporco è sempre tutto in un solo articolo è forse impossibile to più l’al trui! Chi la mette alla luce tradisce vicino, perché è sempre lo sporco di qualcu- (per questo, probabilmente, ci torneremo le sue pessime maniere. Ma possibile che no, o di qualcosa che uno concepisce come sopra prossimamente). Qui ci limiteremo non riesca a dominarsi, possibile che debba prolungamento del proprio essere. Ed è sem- ad affrontare il primo capitolo. L’incipit del sollevarla realmente, in pieno giorno, que- pre lo stesso interlocutore, cui non manca libro serve all’autore, che per tutto il corso sta vergognosa questione, di cosa in defi - certo l’ironia, soprattutto nei confronti di chi del testo si adopererà per contraddire questi nitiva sia tutto suo e cosa invece no? Tipico, manifesta legami affettivi con la propria auto- enunciati di partenza, a fi ssare il suo punto que sto. Naturale che era stato lui, non altri mobile, quello di cui si riferiscono i pensieri: di vista come negazione radicale di tutto ciò che lui. E non era la prima volta, neanche “Che, proseguì, allo sporco compete il con- che il buon senso ci dice su ciò che è sporco per idea, va già avanti da anni, da decenni, tatto di retto, che non esercita il minimo e ciò che è pulito: sempre lo stesso. Uno gli deve fare schifo effetto a distanza, che gli occorre sempre “Il pulito è bello e buono. II pulito è chiaro una cosa così, è roba da star male! Puah e un sostrato. Il sostrato non è costituito bra vo caro. Il pulito sta in alto ed è qui. Lo ancora puah”. E, per completare il quadro, necessariamente dalla persona. Però, la sporco è cattivo ed è altrove. Il pulito sì che aggiunge che: “la ventiseiesima espulsione possibilità che ha lo sporco di comparire è vero, lo sporco è brutto e sta in basso, lo dell’uomo è l’uomo”. anche al trove si spiega solo col fatto che la sporco non serve a niente. Il pulito ha ra- Riportata la questione dello sporco alla sua persona immagi na che una cosa o l’altra le gione. Lo sporco è d’altra parte, il pulito è dimensione originaria, che è costituita in- si accosti. Che per poter lo diagnosticare, in insomma altroché, lo sporco è co me dire, lo nanzitutto dalle nostre escrezioni, sorge genere, da lontano, la persona dev’essersi sporco in certo modo è poco chiaro, lo spor- la diatriba della distinzione tra ciò che è prima trasformata lei stessa nella cosa in-
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