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LETTURA TERZA PAGINA leit-motiv nei ricordi e negli incubi disordinatamente contro il cielo gri- dei due protagonisti che avrebbero gio, circondato da sterpaglie aspre e voluto non pensare mai più a quella rinsecchite e da improvvisi scoppi di storia: “La ruggine ha lo stesso co- rigoglio verde cupo inframmezzati da lore del sangue secco...i loro passi sassi e pietre e schegge di mattoni. risuonano nel cunicolo, la suola Sotto il biancore lunare, le immani delle scarpe sfrega sulla ruggine dita metalliche eruttavano in ogni di- delle travi metalliche sconnesse... rezione, protendendosi verso l’esterno Quello che ha visto i fantasmi sono con una staticità paradossalmente ci- io, e il mio fantasma ha i pantaloni netica che mi dava la netta orribile slacciati e le mani tanto sporche di impressione che avessero smesso di ruggine che sembra c’abbia su dei muoversi soltanto una frazione di se- guanti marroni”. condo prima del mio sguardo...circa Lungi dall’essere un benefattore e a metà dei suoi quasi ottanta metri di un missionario, il dottor Boldrini lato, il cadavere di una gru giaceva ri- nutre un profondo disprezzo e un versa sui rottami sottostanti, la bocca vero schifo per la miseria e la vita metallica cementata definitivamente stentata degli Alveari, che frequen- dall’erosione nel coacervo di picche, 35 ta solo perché in quell’ambiente gli lance, aculei e artigli arrossati dalla igiene urbana riesce più facile selezionare le sue ruggine. Poco più oltre l’intera parte igiene urbana ottobre-dicembre 2013 prede: “gli basta guardare il caos di inferiore di un tram o di un vagone panni stesi tirati disordinatamente ferroviario si appoggiava capovolta a da un balcone all’altro, i francobol- una pasta sfoglia di lamiere ondulate, li bianchi delle lenzuola immobili le ruote immobilizzate dalle intempe- nella cappa di caldo soffocante, rie, che spiccavano nere a rafforzarmi per sentirsi vibrare nelle viscere la nella mente quell’illusione terrifican- pulsazione sorda e familiare del di- te di un movimento appena cessato”. sprezzo...Ma non è costretto a guar- In quel territorio si aggirava anche il darlo. Anzi, deve guardare esattamente no una sull’altra tanto alte da nascondere dottor Boldrini a caccia delle sue prede. E dalla parte opposta! Sulla destra, là dove il disco rosso del sole ormai sul punto dopo il primo stupro, che lo aveva travol- lo sterrato si trasforma in un ammasso di tramontare. Accanto al deposito, sulla to fino al punto di fargli perdere i sensi, informe di materassi squarciati, piastrel- destra, una ruspa gialla adoperata ogni si era risvegliato in un ambiente in cui le sminuzzate, vecchi mobili di formica tanto dagli operai per sistemare i rottami stentava a ritrovarsi: “...e allora si guarda gonfiati dalle intemperie, copertoni av- sembrava quasi ridicola, un giocattolo intorno. E’ in un prato spelacchiato che vinghiati al terreno dalle erbacce rampi- abbandonato nella stanza di un bambi- si spalanca in tutte le direzioni. Sotto i canti, sacchetti di plastica rotti, cessi e no, vicino ai pezzi appena crollati di un radi ciuffi di erba giallastra e i sacchetti lavandini capovolti, frigoriferi sfondati Meccano assurdamente fuori misura”. di spazzatura sparsi un po’ ovunque, il e arrugginiti - deve guardare da quella “E forse fu proprio per questo motivo - terreno scuro trattiene l’umidità di uno parte perché è da lì, dalla spianata brulla scrive Sandro, uno dei protagonista, in un scarico, spurgandola in pozzanghere feti- che sta dietro la discarica, che prima o abbozzo di racconto di quella vicenda che de che riflettono la luce debole e distante poi uscirà lei”. poi finirà per stracciare - che, quando dei lampioni. Sopra di lui, la struttura re- Quando Sandro, uno degli ex bambini mi lasciai alle spalle le sagome masto- ticolare di un traliccio dell’Enel si innalza protagonisti del racconto, torna a visita- dontiche degli Alveari e superai il piccolo verso il cielo nero; il ronzio sommesso re i luoghi della sua infanzia, il panora- dosso di terriccio rilucente di piastrelle dei cavi dell’alta tensione amplifica il ma non sembra cambiato: “il deposito di sminuzzate, girando intorno a carcasse di silenzio della notte...”. Quel teatro delle rottami si ergeva a una trentina di metri vecchie lavatrici e divani sfondati, rimasi sue efferatezze finirà per essere anche la più avanti e sembrava non finire mai. paralizzato per un istante interminabi- trappola che lo spingerà verso la morte. L’ammasso contorto di travi e lamiere si le a osservare la sagoma spettinata del E forse anche la sua tomba, perché il ro- allargava a occupare tutto l’orizzonte, le deposito di rottami...era grande esatta- manzo non ci dice se il corpo esanime del cataste di ferro arrugginito si inerpicava- mente come me lo ricordavo. Si stagliava dottor Boltrini era stato poi ritrovato…
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