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MENO RIFIUTI URBANI SCENARI lare, il Molise (105%), la Calabria (81%) e la Sicilia (83%). Il dato relativo al Molise è dovuto allo smaltimento nelle discariche regionali di quasi 60 mila tonnellate di rifuti, provenienti dall’Abruzzo; non considerando queste quanti- tà, la percentuale di smaltimento scenderebbe al 58%. Al Centro, ad eccezione della Toscana (42%), le altre Regioni presentano percentuali di smaltimento in discarica superiori al 50% dei rifuti prodotti. C’è da dire che a livello nazio- nale, più della metà dei rifuti (53%) vengono smaltiti senza essere sottoposti ad alcuna forma di pretrattamento. In molte aree tale prassi è applicata diffusamente: in sei regioni (Valle d’Aosta, Liguria, Trentino Alto Adige, Marche, Campania e Piemonte), la percentuale dei rifuti non pretrattati supera il 70%, in altre sei (Lazio, Basilicata, Veneto, Sicilia, Calabria, e Toscana) la percentuale raggiunge il 50%. Secondo lo studio dell’ISPRA, appare in leggera 63 fessione il dato sui rifuti inceneriti che nel 2012 igiene urbana (-3,8% dei quantitativi vs 2011) sono stati circa igiene urbana luglio-settembre 2013 5,5 milioni di tonnellate, di cui quasi 2,6 milioni di rifuti urbani indifferenziati, circa 1,9 milioni tonnellate di frazione secca da trattamento mec- canico biologico, 553 mila tonnellate di com- bustibile solido secondario. Sono stati trattati, inoltre, circa 431 mila tonnellate di altri rifuti speciali di cui 23 mila tonnellate di rifuti sanita- ri. La percentuale di incenerimento sui rifuti pro- dotti resta stabile al 17%. Il compostaggio mostra, invece, negli anni una costante crescita anche grazie al progressivo incremento dei quantitativi di rifuti organici raccolti in maniera differen- ziata. Il settore evidenzia, nel 2011, incrementi, (72% del totale importato), seguono Svizzera con urbano e il trattamento a cui questo viene av- non solo del quantitativo totale dei rifuti trattati il 15,7% ed Austria con il 4,9%. viato (incenerimento, trattamento meccanico- (+ 4,1% rispetto all’anno 2010), ma soprattutto Il rapporto ISPRA si sofferma, infne, sui costi dei biologico, discarica e altra forma di gestione). della frazione organica da raccolta differenzia- servizi di igiene urbana che lo scorso anno han- Dallo studio è emerso che all’aumentare della ta, pari a 3,5 milioni di tonnellate (+4,6%). Si no portato a una spesa media annua pro capite percentuale di raccolta differenziata (alla qua- mantiene, invece, negativo il saldo import/ex- di 157,04 euro (+4,6% rispetto all’anno 2010), le è legata una diminuzione importante della port dei rifuti. Sono oltre 311 mila le tonnellate imputabili alla gestione dei rifuti indifferenziati quantità di rifuti pro capite smaltiti in discarica), di rifuti urbani esportati, di cui circa 310 mila per il 42,6%, alle raccolte differenziate per il 24%, diminuisce signifcativamente il costo totale pro sono rifuti non pericolosi (il 99,7%). L’Austria è allo spazzamento e al lavaggio delle strade per il capite annuo. Ad esempio, nella classe di centri il Paese verso cui vengono destinate le maggiori 14,4% e ai costi generali del servizio e del capitale urbani con popolazione compresa tra 5.000 e quantità, oltre 71 mila tonnellate, il 23% del to- investito per la rimanente percentuale. 10.000 abitanti si passa dai 205,5 €/ab per anno tale esportato, seguono la Cina con il 17,5% del Ogni abitante spende in media all’anno 144 euro con una percentuale di raccolta differenziata mi- totale, l’Ungheria con il 16,9% e la Germania con al Nord, 193 euro al Centro e 157 euro al Sud. nore del 40%, ai 120,6 €/abitante per anno con il 10,1%. Nello stesso anno abbiamo importato Si tratta di cifre di tutto rispetto che potrebbe- una percentuale maggiore del 60%. oltre 261 mila tonnellate di rifuti urbani di cui ro essere ridotte con politiche ambientali più Come dire che ad aumentare la diffusione e i solo 40 tonnellate sono rifuti pericolosi. Il Paese virtuose promosse a livello centrale e locale. E’ tassi di raccolta differenziata ci si guadagna tutti: da cui proviene il maggior quantitativo di rifuti stata, infatti, effettuata un’analisi sulla relazione ambiente, salute, casse di comuni e portafogli dei urbani è la Francia, con oltre 188 mila tonnellate esistente tra i costi totali di gestione del rifuto cittadini. E di questi tempi non è poco.