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discarica e delitti terza pagina ciascuno per conto proprio, svolgeranno i è triste: non tanto per quello che non trova, ta. Il sasso dentro è un noir, ma possiamo le indagini. quanto per la memoria di quello che aveva svelare in anticipo chi è l’assassino, perché Popi viene liberato e ritorna al suo consueto trovato…’Merda’ borbotta. ‘Un Rolex e una a farlo è lo stesso autore, che ci fa anzi assi- lavoro, ma senza grandi soddisfazioni: collana d’oro!’ urla al cielo”. stere in diretta al secondo omicidio di Nita, “’Butta male’ dice Popi Ruera nella discarica La seconda vicenda è quella di Anita Marza- quello di Monica, un’amica a cui riserva la di Chiaravalle. Si, ha visto un paio di frigo- no, detta Nita, stilista e produttrice di gon- stessa sorte di Vera di fronte alla stessa rea- riferi, ma é un lavoraccio, di notte, alla luce ne dal taglio innovativo, e di un oncologo zione che aveva condannato a morte Vera: della pila, smontare i motori per recuperare il dell’ospedale di San Donato, Enrico Caìmi, il rifuto di fronte alla pretesa di Nita che rame. In altri tempi, quando la discarica era che hanno insieme una storia che entrambi quel mucchio di ossa a cui lei presta la voce libera, aperta, e nessuno controllava, tempi non si decidono a trasformare in un rapporto sia una bambina. Così Nita, dopo aver ucci- in cui lui aveva un socio con un furgoncino duraturo, soprattutto perché Nita non si deci- so anche Monica, ne trascinare il cadavere Ape... e anche il socio si chiamava Ape per via de a mostrare e far conoscere al suo partner a bordo della sua Volvo verso la stessa di- di quel furgoncino o per quel suo ronzare tra la propria fglia Martina, per la quale nutre scarica, in cui però non riuscirà a lasciarla, le discariche milanesi, for da fore come dire un amore incondizionato quanto riservato. perché incappa in una pattuglia della polizia. pattume da pattume, merda da merda, be’, Si sono conosciuti perché Nita ha avuto un Per sfuggirle investe con una pericolosa ma- a quei tempi avrebbero caricato i frigoriferi cancro, subìto una mastectomia e a operarla e novra e tramortisce irreparabilmente Popi, sull’Ape di Ape per poi lavorarci intorno con a prendersi cura di lei è stato proprio Enrico. che passava di lì per recarsi a svolgere le sue Comodo e, successivamente, liberarsi della Ma nonostante l’esito favorevole dell’opera- consuete ricerche nella discarica. carcasse nella discarica. Un giorno, l’Ape zione e della cura Nita pensa di essere con- Nita lascerà così il cadavere di Monica in un’al- inteso come socio era morto, infarto secco dannata e di dover morire tra poco. tra discarica, di quelle selvagge e incustodite, 21 in una discarica di chissadove, e l’Ape fur- In realtà Nita vive una dissociazione psichica e ritornerà a casa, dove nel frattempo l’ha igiene urbana goncino era fnito chissà dove. A quei tempi totale: da un lato è una donna bella, elegante raggiunta Enrico, messo sull’avviso da Popi, igiene urbana gennaio-marzo 2013 Ape e Popi ne mettevano assieme di lira, una e di successo, che si sente però condannata ricoverato in punto di morte nel suo ospedale lira tranquilla, quotidiana. Poi, per il Popi dalla sua malattia; dall’altro è stata trauma- e che, prima di spirare, rivela il numero di rimasto solo e senza Ape era diventata dura. tizzata dalla morte precoce dei genitori, da targa dell’auto che lo ha travolto. Il ferro non rendeva. Per fare giornata, notta- un’infanzia trascorsa in un orfanatrofo prima In casa di Nita si svolge l’epilogo della vicen- ta nel suo caso, doveva raccogliere qualche di iniziare dal nulla la sua carriera di stilista; da: Nita presenta anche a Enrico il fagottino chilo di rame, piombo, ottone, metalli cosi. e, soprattutto, da una gravidanza fnita in tra- che continua a considerare la propria fglia, Ed era sempre più diffcile: anche quando gli gedia, con l’estrazione in una clinica svizzera, prestandole la voce. Enrico capisce improvvi- andava bene, venti trenta chili di roba li nel dopo un taglio cesareo, di un litopedio, un samente di non aver capito il dramma vissuto sacco, dopo erano bestemmie, tante per tor- feto pietrifcato che si forma a volte nel corso dalla donna che ama, ma con il suo rifuto di narsene a Rogoredo”. Ci tornerà ancora, per di una gravidanza extrauterina. Nita continua accettare quel fagottino come fglia, rischia lasciarvi la vita, dopo essere stato testimone a trattare quel mucchio di tessuti calcifcati anche lui di fnire inflzato con la spilla per i di un secondo omicidio. Gli succede mentre come se fosse Martina “la sua bambina”; a capelli di Nita. Reagisce e le ferma il braccio, si incammina di nuovo verso la discarica di volte prestandole la voce e rifutandosi di ac- facendo rotolare a terra il litopedio, che si Chiaravalle: cettare di non essere mai diventata madre. spezza in due. “Non sono molte le strade che da Poasco por- Il “sasso dentro” di cui parla il romanzo non Prima che i due arrivino a un vero chiarimen- tano a Milano attraversando Vaiano Valle. è il cancro di Nita, ma quel mucchio di tessuti to sopraggiungono però l’ispettore, il com- Sono strade strette, sensi unici spesso, fan- calcifcati, anche se quel sasso è una metafo- missario – rientrato nei ranghi della Polizia cheggiati da fossi neri e puzzolenti, ‘Questa ra dell’angoscia che attanaglia un po’ tutti i da cui si era dimesso – e il giornalista. Do- é la mia Via Crucis’ dice Popi Ruera, e non personaggi del racconto. Che vivono in una vrebbero arrestare Nita e portarla in carcere, é bestemmia la sua. Ogni piccola discarica è Milano che ha perso quelle forme di solida- ma mentre tutti quanti aspettano insieme che per lui una specie di stazione mistica perché rietà e di convivialità che ne caratterizzavano fnisca di lavarsi per consegnarsi alla Polizia, mistica, sempre di più, gni giorno che passa, una volta la vita. sentono il rumore di un fon ed Enrico realizza ogni notte, é la speranza di trovarci qual- In effetti a uccidere Vera, la donna ritrovata che Nita, che non ha i capelli, ma solo una cosa. E la grande discarica chiusa di Chia- nella discarica, è stata proprio Nita: l’ha ucci- parrucca, perché è in chemioterapia, ha usato ravalle é il suo Golgota, giusta conclusione sa piantandole una spilla dei capelli nel cuo- il fon per uccidersi, fulminandosi mentre era del suo quotidiano e notturno Calvario: o re di fronte al suo rifuto di fare da madre nella vasca da bagno. viceversa, che non cambia. Uscito dall’oste- a quel mucchietto di ossa a cui Nita, nello Poi, per tutti quelli che non sono morti, la ria di Raffa a Poasco, Popi si é diretto verso sdoppiamento della sua personalità, presta vita riprende in una Milano sempre meno Chiaravalle. La strada è: abbastanza lunga la voce, e a cui vuole assolutamente trovare conviviale e meno solidale. e molte sono le ‘stazioni’. Butta male e Popi una madre sostitutiva quando lei sarà mor-
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