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VERSO IL VERTICE DI PARIGI SCENARI diale è cresciuta del 3 per cento, le emissioni sono di nuove (i paesi più interessati sono Germania, L’idea che la domanda di petrolio possa arre- rimaste uguali all’anno prima. Su questo trend si Cina, India e Australia); stare la sua ascesa già nei prossimi anni, cozza innestano gli impegni nazionali di contenimento 3. tagliare gradualmente i sussidi ai consumatori contro tutte le previsioni uffciali delle compa- della CO che i governi stanno prendendo in vista di benzina e gasolio (una misura che tocca, in gni petrolifere, Exxon, Shell, Bp, ecc. Ma Ba- 2 della Conferenza di Parigi di fne anno. Hanno già particolare, i paesi emergenti); rack Obama e la brasiliana Dilma Rousseff presentato i loro impegni diversi paesi complessi- 4. ridurre le emissioni di metano nella produzio- si sono impegnati a lavorare per un accordo vamente responsabili di un terzo delle emissioni ne di gas e petrolio, ovvero, i fuochi in testa ai “ambizioso ed equilibrato” sul cambiamento globali. Gli Stati Uniti intendono ridurre entro il pozzi. climatico, in dicembre a Parigi. 2025 le emissioni fra il 26 e il 28 per cento rispetto al 2005. L’Europa del 40 per cento rispetto al 1990, entro il 2030. Anche Russia e Messico intendono contenere le emissioni, ma soprattutto un grande inquinatore come la Cina intende fermare la di- namica delle emissioni nel 2030 o anche prima. Rispetto al 2009, quando la conferenza di Copen- hagen non riuscì a raggiungere un accordo sulle emissioni, lo scenario politico è completamente cambiato. Ma il risultato è scarso. Per la Iea serve solo a farci guadagnare otto mesi e ci porta al di là dei due gradi. Con gli impegni assunti fnora 45 per Parigi le emissioni continueranno comunque igiene urbana a crescere anche dopo il 2030: l’8 per cento fra igiene urbana luglio-settembre 2015 il 2013 e il 2030 (contro una crescita economia dell’88 per cento). L’investimento in solare ed eolico aumenterà dell’80 per cento, ma le centrali a carbo- ne continueranno a funzionare. Per avere almeno una possibilità di non sforare i 2 gradi, l’anidride carbonica che si può ancora emettere equivale a quella che gli impegni assunti fnora dai governi prevedono di emettere di qui al 2040 (cioè, secondo la Iea, otto mesi più tardi di quanto avverrebbe se i governi non avessero mai assunto impegni per Parigi). Se non si rendono più rigidi i vincoli anti- CO , la temperatura salirà di 2,6 gradi entro il 2100. 2 Gli esperti della Iea spiegano che le tecnologie per evitare il disastro ci sono già: la crescita economica non ne risentirebbe affatto, ma ne sarebbero colpite le grandi corporation dell’energia, del petrolio e del carbone: il problema, infatti, è fermare le emissioni già al 2020. Per questo l’uso del carbone dovrebbe cominciare a diminuire da subito, già prima del 2020. La domanda di petrolio continuerà a cresce- re fno a quell’anno, ma poi si dovrà fermare. Le misure per arrivare a questi risultati sono sempli- ci, ma costose. Aumentare l’effcienza energetica nell’industria, nei trasporti, negli edifci (gli effetti maggiori si avrebbero in Cina): 1. aumentare gli investimenti in rinnovabili dai 270 miliardi di dollari l’anno di oggi ad almeno 400 miliardi di dollari; 2. ridurre progressivamente l’utilizzo delle centrali a carbone più vecchie e bandire la costruzione
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