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Il rapporto tra l’uomo e le pIante va approfondIto tecnologIe di una piccola Milano, già malata. Non dimentichiamo che la vita di Leonardo coincide con il periodo delle pestilenze. Nel 1480 Ludovico Il Moro fece costruire l’Ospe- dale Maggiore di Milano (e poco dopo il Laz- zaretto) per prestare assistenza alle persone bisognose. Che erano tante se si pensa che il diplomatico Arnaldo Harf riferiva di 600 persone impiegate tra farmacisti, medici, infermieri, fornai, per contrastare un tasso di mortalità che in città era un terzo in più rispetto alle campagne. Quando Leonardo progetta la sua città ideale, toglie le mura per fare circolare l’aria, pone ampie strade e tan- to verde. Intende risolvere il mal d’aria, vero cruccio per Milano. Ancora una volta si vede l’adozione del tiglio, simbolo della medicina, come talismano scaramantico per risolvere la piaga sociale della sanità urbana da cui Il giardino multisensoriale attiva gli stimoli ai cinque sensi: vista, udito, tatto, olfatto, gusto. Anche derivavano le pestilenze. Più di trecento anni se questa tipologia di spazio verde è destinato a grandi aree o a giardini pubblici, alcune principi 37 dopo, Napoleone, non solo per far circolare possono vitalizzare anche i piccoli spazi. igiene urbana l’aria, riprende l’ideale Leonardesco e abbatte igiene urbana gennaio-marzo 2014 le mura, realizza viali alberati, boschetti ur- bani che portarono Milano ad avere il triplo del verde delle altre città europee. Con una densità di circa 600 piante a ettaro. La media attuale è di circa 200. Il binomio verde-salute per questa città ha radici molto profonde, peccato siano così lente a crescere. Ortoterapia Ci vorranno secoli perché si torni a parlare di orti come sistemi per coltivare la salute. Si chiamerà ortoterapia, una materia che nasce per persone svantaggiate e in luoghi infelici, che si vorrebbero migliorare. Lo scopo è cerca- re di coinvolgere pazienti affetti da disfunzioni psichiche e fsiche nella cura e nella coltiva- zione di ortaggi e piante. La storia è lunga: nasce nel secondo dopoguerra, quando alcuni istituti riabilitativi anglosassoni cominciarono a praticare questo tipo di attività a favore dei pazienti. I risultati furono subito incoraggianti: il contatto con la natura (non solo vegetazio- ne, ma anche aria, acqua, fuoco e terra) alleviò i dolori della mente e del corpo. I pazienti che potevano lasciare lo stato di reclusione delle pareti ospedaliere, trovarono nelle piante gli stimoli sensoriali per riequilibrarsi. I tempi della natura, dettavano loro nuovi incentivi Capire i rapporti tra lo spazio, il corpo e la mente, per dare respiro ai propri progetti. Esistono di socializzazione e consentivano di usare il grandi spazi verdi che comunicano un senso di ristrettezza e spazi limitati che al contrario attivano corpo e la mente per realizzare nuovi progetti. un senso di naturale esteso, grande respiro.