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gestione Frane e alluvioni oltre 6 milioni di persone a rischio di Marco Catino Lo mette in evidenza il rapporto ste a maggiore pericolo e in appena 27 comuni si è provveduto a delocalizzare insediamenti Ecosistema Rischio 2013 redatto industriali. Ancora in ritardo anche le attività da Legambiente. fnalizzate all’informazione dei cittadini (di- chiarano di farle in 472 comuni), essenziali per preparare la popolazione ad affrontare Sono ben 6.633 i comuni italiani in cui sono situazioni di emergenza. sterolo Bormida (AT) sono risultati i tre presenti aree a rischio idrogeologico, l’82% del “Frane e alluvioni comportano ogni anno comuni più virtuosi nelle attività di miti- totale; oltre 6 milioni di cittadini si trovano un bilancio pesantissimo per il nostro Paese gazione del rischio idrogeologico. In tutti e 26 ogni giorno in zone esposte al pericolo di frane sia per le perdite di vite umane che per gli tre i comuni sono state avviate le procedure o alluvioni. In ben 1.109 comuni (l’82% fra i ingenti danni economici – ha evidenziato il per la delocalizzazione di strutture presenti 1.354 analizzati nell’indagine) sono presenti presidente nazionale di Legambiente Vitto- nelle aree esposte a maggiore pericolo, è igiene urbana igiene urbana gennaio-marzo 2014 abitazioni in aree a rischio e in 779 ammi- rio Cogliati Dezza -. E se è ormai chiaro stata realizzata una manutenzione ordina- nistrazioni (il 58% del nostro campione) in il ruolo determinante dell’eccessivo consu- ria dei corsi d’acqua e delle opere di difesa tali zone sorgono impianti industriali. Sono mo di suolo, dell’urbanizzazione diffusa e idraulica, sono stati realizzati interventi di questi i dati drammatici e allarmanti che rivela caotica, dell’abusivismo edilizio e dell’alte- messa in sicurezza e si è provveduto all’or- Ecosistema Rischio 2013, il dossier annuale di razione delle dinamiche naturali dei fumi ganizzazione di un effciente sistema locale Legambiente e Dipartimento della Protezione nell’amplifcazione del rischio, le politiche di di protezione civile. Al contrario San Pietro Civile che quest’anno ha monitorato le attività mitigazione faticano a diffondersi. Ma non di Caridà (RC), Varsi (PR) e San Giuseppe per la mitigazione del rischio idrogeologico di solo. Anche le risorse stanziate dopo ogni tra- Vesuviano (NA) sono risultati i comuni con oltre 1.500 amministrazioni comunali italiane gedia fniscono spesso a tamponare i danni, il punteggio più basso. In questi comuni è tra le zone più esposte a pericolo. ripristinando lo stato esistente mentre sareb- presente una pesante urbanizzazione delle Il problema della fragilità del nostro territorio be ora di pianifcare interventi concreti di zone esposte a pericolo di frane e alluvioni e dell’esposizione al rischio frane e alluvioni ripensamento di quei territori in termini di e non sono state avviate suffcienti attività riguarda in maniera ormai drammatica di- sicurezza e gestione corretta del rischio”. mirate alla mitigazione del rischio, né dal verse aree della Penisola, come testimoniano La fragilità del nostro territorio è particolar- punto di vista della manutenzione del terri- le ultime calamità che hanno recentemente mente elevata in regioni come Calabria, Mo- torio, né nell’organizzazione di un effciente colpito la Sardegna, la Liguria, l’Emilia Roma- lise, Basilicata, Umbria, Valle d’Aosta e nella sistema comunale di protezione civile. gna e in particolare il modenese. E’ per questo provincia autonoma di Trento (dove nel 100% Tra i capoluoghi di Regione e le due Province motivo, sostengono gli estensori del Rapporto, dei comuni sono presenti aree a rischio), se- Autonome la prima città classifcata è Bolzano, che appare ormai urgente aumentare l’atten- guite da Marche, Liguria (99%), da Lazio e che merita un 8 in pagella e conferma il risul- zione collettiva sulla questione essenziale della Toscana (98%). Sebbene in molte Regioni la tato positivo ottenuto anche nella precedente mitigazione del rischio idrogeologico e della percentuale dei comuni interessati dal feno- edizione dell’indagine, dovuto all’assenza di corretta gestione del territorio per realizzare meno possa essere leggermente inferiore, la strutture in aree a rischio e all’organizzazione politiche volte a ridurre i pericoli a cui sono dimensione del rischio è comunque preoccu- del sistema locale di protezione civile. quotidianamente esposti i cittadini e i beni pante. Infatti, la superfcie delle aree ad alta «Purtroppo, in dieci anni di Ecosistema della collettività. Nonostante le ripetute tra- criticità idrogeologica si estende per 29.517 Rischio ci siamo ritrovati a dire spesso le gedie, però anche nell’ultimo decennio sono km quadrati, il 9,8% dell’intero territorio na- stesse cose: il tempo è passato ma sembra state edifcate nuove strutture in zone esposte a zionale, di cui 12.263 km quadrati (4,1%) a sia cambiato poco o nulla nell’attenzione rischio di frane e alluvioni (in ben 186 comuni rischio alluvioni e 15.738 km quadrati (5,2%) rivolta ai temi della protezione civile e fra quelli intervistati). Nel contempo, soltanto a rischio frana. della salvaguardia del nostro territorio» 55 amministrazioni hanno intrapreso azioni di Non mancano certo i casi positivi. Calen- ha osservato il Capo del Dipartimento della delocalizzazione di abitazioni dalle aree espo- zano (FI), Agnana Calabra (RC) e Mona- Protezione civile, Franco Gabrielli. «An-
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