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Il “caso caffaro” dI BrescIa scenarI Concentrazione media di diossine e PCB-DL nel sangue umano Taranto Brescia 18 allevatori 15 allevatori 12 allevatori 94 cittadini non esposti 41 cittadini esposti del sito < 15 km 15-30 km > 30 km della zona centro-nord Caffaro, consumatori locali Diossine PCB-DL pgTEQ/g di grasso 46,7 33,4 23,5 54 419 PCB e diossine, com’è noto, avviene quasi esclu- tecnico produttivo che presupponeva una di- base di questo dato rigorosamente documen- sivamente attraverso la catena alimentare. Sta sponibilità di energia elettrica considerevole e tato è facile calcolare che le diossine in uscita di fatto che i bresciani si ritrovano con livelli di a basso costo, disponibile nelle valli bresciane, possano essere state pari a diversi grammiTEQ/ diossine nel sangue mediamente fuori norma ed la contiguità al sistema ferroviario nazionale, die, nell’ordine, dunque di alcuni kgTEQ/anno, elevatissimi nel caso dei consumatori di prodotti la possibilità di attingere l’acqua necessaria se si tiene conto del rapporto tra diossine e PCB alimentari del “sito Caffaro”. e di reperire in loco manodopera. Brescia, in ritrovati nei terreni irrigati da detto scarico nel Può servire a dare un’idea dell’eccezionalità del particolare il territorio di Fiumicello-Borgo S. corso dei decenni. Le produzioni di PCB e di “caso Caffaro” un confronto con il “caso Ilva” Giovanni, era perfettamente funzionale a tale organoclorurati che possono aver causato for- oggi sotto i rifettori dei media. Qui sono stati progetto. Lo stabilimento quindi sorse subito mazione di diossine sono proseguite, al netto indagati gli allevatori nei dintorni della grande al di là del cimitero Vantiniano sull’allora via della sospensione della seconda guerra mon- acciaieria, consumatori dei propri prodotti, provinciale per Milano, nell’area più esterna di diale, per circa 40 anni. 33 e per questo più esposti; in particolare quelli quella che stava diventando la zona industriale E’ facile fare i conti: si tratta di circa 150 tonnel- igiene urbana più vicini all’impianto. Ebbene i bresciani “non della città. La fabbrica si inserì all’interno della late di PCB disperse in ambiente a sud della fab- igiene urbana gennaio-marzo 2013 esposti” presentano concentrazioni di diossine frazione di Borgo S. Giovanni-Fiumicello. Anzi brica e di diverse decine di kg/TEQ di diossine. nel sangue addirittura superiori ai cittadini di si collocò addirittura all’intorno della scuola ele- Quantità davvero enormi. Taranto più esposti. Quasi 10 volte più elevate, mentare “Dusi”, costruita nel 1898 per i bambini A questo punto, scoperto l’immane disastro, a loro volta, le concentrazioni nel sangue dei del Borgo, nelle adiacenze delle cascine che co- come porvi rimedio? bresciani esposti del “sito Caffaro”, che sono stellavano i campi a sud-ovest dello stesso abita- Dopo 11 anni siamo ancora al punto di parten- abituali consumatori di prodotti provenienti to, a 300 metri dall’antica chiesa parrocchiale e za. A Brescia si continua a ripetere: il compito dal sito stesso. Ancor più clamoroso il caso del dal centro del Borgo stesso e a poche decine di è così complesso e diffcile, che non si sa da latte materno di una puerpera alimentata con metri dalla stazione prevista proprio per servire dove cominciare. Oltre ai milioni di metri cubi prodotti provenienti dal sito bresciano. Le con- quel nucleo abitativo: la stazione, per l’appunto, di terreno inquinato all’esterno della fabbrica, va centrazioni di diossine rilevate a Brescia nel sito della ferrovia Brescia-Iseo di Borgo S. Giovanni: tenuto in conto il sito industriale stesso, in gran Caffaro (147 pgTEQ/g di grasso) non trovano un quartiere che all’epoca raggiungeva i 3.000 parte dismesso, che rappresenta dentro la città riscontro in altri casi di puerpere di siti contami- abitanti circa. Con tutta evidenza si accendeva una zolla di terreno di 100mila metri quadrati, nati tra i più noti (Venezia–Mestre, Taranto–Ilva, una miccia accanto a una bomba destinata pri- con inquinamento a concentrazioni elevatissi- Duisburg–Ruhr, Caserta–“terra dei fuochi”), ma o poi a defagrare, insediando all’interno di me, fno a 35 metri e oltre di profondità e con dove le concentrazioni oscillano tra i 15 e i 34 una città un’industria chimica che si sarebbe poi il pericolo incombente di una contaminazione pgTEQ/g di grasso. Si pensi che il neonato fglio specializzata nella produzione dei composti or- disastrosa della falda cittadina. di quella signora ha assunto una dose giornaliera ganici del cloro (oltre ai PCB, il pentaclorofeno- D’altro canto non si può abbandonare una por- di diossina per kg di peso pari a 882 pgTEQ/kg- lo, il DDT, il lindano…), sostanze in generale zione della città e 25.000 abitanti alle restrizio- bw, rispetto al limite di 2 pgTEQ/kg-bw, indicato cancerogene, non biodegradabili, altamente ni descritte in apertura e lasciare innescata la dall’Unione europea, ovvero qualcosa come 441 bioaccumulabili. bomba ecologica della Caffaro dentro la città. volte oltre il limite. A ciò si aggiunga il fatto che lo scarico di notevole Brescia dovrebbe diventare un caso di studio, Ora, ci si potrebbe chiedere: com’è stata possi- portata della fabbrica in corpo idrico superfciale di ricerca e di progettazione almeno di livello bile una contaminazione tanto importante? Due fu per quasi un secolo la principale sorgente del- europeo, in cui mettere all’opera le migliori ri- sono stati i fattori specifci concomitanti (oltre le rogge che andavano ad irrigare i campi a valle sorse scientifche e tecniche disponibili in tema alla colpevole “ignoranza” storica della legislazio- della fabbrica, un perfetto veicolo per diffondere di bonifche, con un progetto dunque fnanzia- ne italiana sulla pericolosità d questi composti). in ambiente le sostanze inquinanti. to anche dall’Ue, che veda una cooperazione Da un canto la collocazione della fabbrica. Un Da una documentazione esistente in Caffaro si è attiva tra università, ricerca e imprese impe- insieme di fattori sembrano “giustifcare” quella appreso che dallo scarico Caffaro di norma usci- gnate nelle tecnologie più effcaci alla “ripuli- insensata ubicazione nel 1906 all’interno della va una quantità enorme di PCB, pari a circa 10 tara” di ambienti inquinati. (Per approfondire: città, a ridosso del centro storico: un progetto kg/die, vale a dire quasi 4 tonnellate anno. Sulla http://www.ambientebrescia.it/Caffaro.html).