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TERZA PAGINA DIRETTIVA RIFIUTI recepita dall’Italia la direttiva rifi uti dell’Unione Europea di Guido Viale Con la revisione del D.Lgs 252 cambia la gerarchia delle priorità, viene promosso il riutilizzo di beni, sottoprodotti e materie seconde, viene ridefinito il sistema di tracciabilità dei rifiuti. 14 Con il D. Lgs. 3 dicembre 2010, n. 205 è stata recepita la direttiva 2008/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 igiene urbana gennaio-marzo 2011 novembre 2008 relativa ai rifi uti. Il decreto di recepimento, D. lgs. 205/2010, entra- to in vigore il 26 dicembre 2010, apporta o ad altre forme di cessione di un bene di- razioni di recupero potranno quindi con- sostanziali modifi che alla parte quarta del smesso, volte a promuoverne il riuso nel- sistere nel semplice controllo che i rifi uti D. Lgs. 3 aprile 2006, n. 152, anche al fi ne la stessa forma che aveva prima di essere soddisfi no i criteri fi ssati. di prevedere il necessario coordinamento scartato: il che è con tutta evidenza cosa Il decreto contiene pertanto una defi nizio- con il sistema di tracciabilità dei rifi uti (SI- diversa dal riciclaggio dei materiali di cui ne di materia seconda in base alla quale STRI). sono composti. materiali come ad esempio rottami ferrosi o carta usata, fi no ad oggi considerati ri- La nuova gerarchia delle La nuova defi nizione di rifi uto fi uti, potranno essere riutilizzati secondo priorità e sottoprodotti le regole non più dei rifi uti ma, appunto, Con il decreto di recepimento della diretti- Una disamina dettagliata dei principali delle “materie seconde”. va, si introducono nella nostra legislazione contenuti del provvedimento è stata pub- Viene anche introdotta una defi nizione di alcune novità molto importanti, fi nalizzate blicata a cura degli uffi ci del Dipartimento sottoprodotto (per esempio trucioli della a rafforzare i principi della prevenzione Affari Giuridici e Legali della Presidenza lavorazione del mobile, gli sfridi della lavo- nella gestione dei rifi uti, a massimizzare il del Consiglio. Qui di seguito si farà riferi- razione del metallo, etc.): anche in questo riciclaggio e il recupero e a garantire che mento soprattutto a questa nota. caso il nuovo decreto stabilisce regole più tutte le operazioni avvengano nel rispetto Innanzitutto vengono riviste, al fi ne di al- semplici e più concrete per il riuso evitan- di rigorosi standard ambientali. La diretti- linearle alle ultime regole comunitarie, le do tutta la trafi la di adempimenti e costi va e il conseguente decreto di recepimen- nozioni di “rifi uto”, “sottoprodotto”, “rici- legati al rifi uto. to riformulano la gerarchia dei principi claggio”, “recupero” e responsabilità dei Quanto al riutilizzo di terre e rocce da sca- che devono presiedere alla gestione dei gestori di rifi uti. vo, saranno invece a priori fuori dal cam- rifi uti nel seguente ordine: prevenzione, Il rifi uto continua ad essere inteso come: po di applicazione delle norme sui rifi uti. preparazione per il riutilizzo, riciclaggio, “qualsiasi sostanza od oggetto di cui il Questa esclusione riguarda sia il terreno, recupero di altro tipo, per esempio il re- detentore si disfi o abbia l’obbligo di di- incluso il suolo contaminato non scavato cupero di energia, smaltimento. La novità sfarsi”. Ma un rifi uto cessa di essere tale e gli edifi ci collegati permanentemente maggiore, su questo punto, è costituita quando viene destinato a un’operazione di al suolo (ferme restando le norme sulla dall’inserimento del principio “preparazio- recupero, incluso il riciclaggio e la prepa- bonifi ca dei siti contaminati), sia il suolo ne per il riutilizzo”, che comprende tutte razione per il riutilizzo e soddisfa specifi ci non contaminato e altro materiale allo le operazioni fi siche, ma anche tutte le criteri, oggetto di un Dm del Ministero stato naturale scavato nel corso di attivi- regole, connesse alla commercializzazione dell’Ambiente ancora da emanarsi. Le ope- tà di costruzione (ove sia certo che verrà