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pulire OutdOOr terza pagina na e Qualità del vivere: Clean Factor Index”, dell’adulto: non esiste un gap generazionale valga in termini di consenso il decoro urbano, realizzata dal Prof. Amadori tra il 17 e il 24 set- nel giudicare la qualità di vita e di benessere ma lamentano diffcoltà a livello istituzionale, tembre scorsi su un campione di popolazione nella propria città. Per quanto riguarda l’indice dove l’ente nazionale per eccellenza, lo Stato italiana di 1433 intervistati. Due lavori concepiti di pulizia (Clean Factor Index) la classifca risulta , ha depauperato gli enti comunali della mag- e condotti in modo indipendente e che pure confermata, con un nordest che accresce ulte- gior parte delle risorse in termini economici. mostrano gli stessi risultati: esiste un’emergen- riormente la sua leadership (78,2% ). Seguono «Non possiamo aspettarci di gestire un’Italia za nazionale sulla qualità della vita. il nord ovest con 75,6, (70 a Milano), il Centro al così frammentata e diversa per cultura ed 69,9%, e il Sud al 65,8%, con Bari al 57. economia – afferma Luigi Spagnolli – in La pulizia miete grande consenso modo centralizzato: ogni regione deve tro- Nel rapporto sono stati presi nove fattori di Un campanello d’allarme vare il miglior modo per valorizzare la propria riferimento (mobilità, sostenibilità, sicurezza, «Una ricerca che deve rappresentare un cam- Heimat, il territorio di appartenenza: solo 27 modernità, responsabilità sociale, senso civi- panello d’allarme su un’Italia che si muove a così si potranno avere risultati positivi anche igiene urbana co, salute, accessibilità e pulizia ed igiene) per due velocità- commenta Amadori -. Attirere- in termini di consenso cittadino». igiene urbana ottobre-dicembre 2012 stabilire in che proporzione questi fattori in- mo capitali e occupazione solo con sistemi Umberto Di Primio, sottolinea poi che tervengano nel giudizio sulla qualità della vita urbani che garantiscono una qualità della vita si tratta di un problema anche di carattere ed è emerso che il fattore “pulizia-igiene” pesa allineata agli standard europei: per questo l’in- culturale: « Le città pulite sono senza dubbio per il 47%, contro il 14% della sostenibilità, e il vestimento nelle nostre città, e nella loro puli- indice di gradimento; l’idea di vivere in un 13% della sicurezza. E’ quindi la pulizia delle zia, ha precedenza assoluta anche per il nostro bell’ambiente ha un impatto positivo anche strade e il decoro di quartieri e spazi pubblici rilancio economico. Dobbiamo pensare che il sulla sicurezza percepita. la prima preoccupazione degli italiani. Questo futuro del nostro Paese non potrà dipendere Tuttavia dobbiamo riconoscere che c’è un dato ci racconta in modo chiaro e netto che dai piccoli comuni virtuosi; sono le grandi città problema culturale dove anche l’utente ha le investire in pulizia signifca, a livello politico, a dover cambiare il passo: come possiamo pen- sue responsabilità. Non ci sono amministra- investire in consensi. sare di competere nel medio-lungo termine tori che intimano alle municipalizzate di non con le grandissime metropoli di Cina e India pulire: il vero problema è che ci sono troppo Qualità della vita e dell’igiene in che hanno decine di milioni di abitanti?» poche risorse per effcientare il servizio come un’Italia troppo frammentata ogni sindaco auspicherebbe. Aggregato per grandi aree, l’indice della qualità Il valore (politico) strategico Una soluzione per il futuro può partire dai della vita (Quality Life Index) risulta più elevato del pulito banchi di scuola dove sono in corso molti nel nord est (Triveneto ed Emilia Romagna) I due sindaci presenti, rappresentante del progetti per una corretta educazione am- con il 74,9%. Segue il nord ovest con il 73,1%, PDL l’uno e del PD l’altro, sanno bene quanto bientale». dove Milano presenta un valore più basso della media (68,8%). In generale nei piccoli centri si vive meglio che in quelli grandi: in media il QLI delle città sopra i 250.000 abitanti è inferiore di 10 punti a quello dei centri al di sotto dei 5000. Il peso demografco di Roma spiega dunque l’in- dice relativamente basso dell’area centro Italia (69,5%) che esprime invece eccellenza nei suoi centri minori. Sud e isole si collocano in coda con il 66,2% di indice della qualità della vita, ma il dato di Bari si ferma a 61. Un dato anelastico che non mostra dunque sostanziali differenze tra il giudizio espresso dal giovane e quello