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TERZA PAGINA LETTURE luminusa, ovvero lampedusa di Guido Viale Il doppio volto di un’isola: un re a vivere per il resto della sua vita. Mario, lavorando come cameriere in un bar, vive in una casa in afftto insieme ad altri ragazzi ma lo si scoprirà solo alla fne del libro, e romanzo più attuale che mai per prima non ve ne sono che sibillini accenni, che fanno anche loro dei lavoretti, e si occupa insegnarci il rispetto di migliaia di è un ragazzo di colore adottato da una fa- con loro di allestire una sorta di museo dei persone tragicamente scomparse. miglia di professionisti di Cremona, studente naufraghi, o “museo della vita quotidiana”, di Scienze politiche all’università di Milano, raccogliendo con impegno e sistematicità “Stamattina sono passato dal cimitero dei ben integrato nella società lombarda, ma in reperti di ogni genere provenienti dai nau- barconi: a prima vista sembrano barche confitto con la cultura e la politica che do- fragi dei barconi di migranti che non sono qualsiasi tirate in secca, ma poi ti accorgi che minano la regione. Ha abbandonato la sua riusciti a raggiungere l’isola. A ogni pezzo, 52 sono addossate le une alle altre, accatastate ragazza, anche lei impegnata, come lui, in diligentemente allineato lungo gli scaffali di attività sociali, e l’Università - ma continua a casaccio. Guardandolo meglio sembra una quel museo ancora tutto da istituire, Mario discarica, ma se ti fermi a osservare ti accorgi a dare gli esami recandosi ogni tanto appo- abbina una didascalia in versi (endecasillabi igiene urbana igiene urbana ottobre-dicembre 2015 che sono le barche dei migranti. Sono tutte sta a Milano - per una sorta di inquietudine e, se non gli riesce, settenari) scritti a mano ammassate lì, di fanco al campo sportivo, che lo ha portato a trasferirsi per due anni a su un foglio che arrotola a depone accanto al dall’altra parte della strada. Alcune grandi, Lampedusa. Qui, continuando a studiare e reperto. E’ un omaggio dedicato al ricordo di altre piccole, così piccole che ti si migliaia di vite perse, di morti per stringe il cuore. Come hanno fatto lo più anonimi, con cui è giocofor- ad arrivare? Le riconosci perché za convivere per chiunque scelga sulla fancata hanno una scritta in con consapevolezza di abitare in arabo e strisce rosso scuro, gialle quell’isola. La presenza inquieta di e verdi, o rosso scuro, gialle e blu. quei morti senza nome attraversa Alcuni barconi sono scrostati, il le- tutto il racconto. Per esempio: gno che affora mezzo marcio tra “Una mattina all’alba sono sceso l’azzurro della vernice, altri sono a Cala Maluk. Il giorno prima Leo in condizioni apparentemente buo- mi aveva raccontato della volta in ne, in particolare quelli più grandi. cui un barcone si era schiantato Ho girato per un po’, là dove c’è contro gli scogli. Uno di quelli un varco e si può camminare. C’è che poi era stato trasportato nel- anche un gommone. Di solito sui la discarica alla quale qualcuno gommoni fanno salire i giovani al ha dato fuoco - chi, non si è mai di sotto dei trent’anni, mi ha detto saputo. E’ successo prima che ar- il viceparroco”. Sono le poche righe rivassi. Molti sul barcone si sono dedicate alla visita di commiato salvati, ma qualcuno non ce l’ha dall’isola di Lampedusa che Mario, fatta. Tra loro una donna che for- il protagonista di questo romanzo se veniva da un paese a sud del di Franca Cavagnoli (Luminu- Sahara. Che forse venisse da un sa, editore Frassinelli, 2015), rende paese a sud del Sahara l’hanno al cimitero dei barconi naufraga- detto i superstiti. Di lei è rimasto, ti, dopo due anni di permanenza mescolato ai legni del barcone, nell’isola. Un’isola che Mario ha un pezzo del vestito che indossa- raggiunto e dove si è trasferito per va: giallo con una fantasia a mo- cercare di capire che cosa vuol fare tivi geometrici bordò e arancio di sé e, soprattutto, dove vuole anda- proflati di nero”.Nell’isola Mario