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gestione Conferimento in disCariCa il trattamento preventivo in tempi di spending review di Xavier Santiapichi* Come va considerata la presentavano prima facie meno onerose rispetto a tutti gli effetti forme di trattamento perché a quelle espressamente previste dal Legislatore e fnalizzate sia a modifcare le caratteristiche tritovagliatura? E’ un trattamento qualifcate come trattamento. Si pensi, ad esem- merceologiche e chimico fsiche del rifuto ur- che cambia la natura del rifiuto? pio, alla tritovagliatura. bano che a consentire l’avvio delle frazioni in E come vanno considerate le La domanda che ci si è posti, più e più volte, e uscita a circuiti di valorizzazione. Riguardo “ecoballe” della Campania? che ha determinato pronunciamenti ammini- alla tritovagliatura ed alla possibilità di con- strativi e giurisdizionali, nazionali ed europei, siderarla come forma di pretrattamento del ai più alti livelli, è se la riduzione volumetrica rifuto indifferenziato ai fni dell’assolvimen- Come noto, l’art. 7 d. lgs. 13 gennaio 2003 n. 36 dei RSU (per effetto della triturazione), e la loro to dell’obbligo di cui all’art. 7, comma 1 del 46 impone il generale obbligo di trattamento dei (sommaria) vagliatura consentissero di ritenere D.Lgs. 36/2003, si osserva che detto trattamento rifuti prima del loro conferimento in discarica, soddisfatto l’obbligo giuridico di trattamento, con fsico, fnalizzato a ridurre il volume dei rifu- salve le ipotesi in cui il trattamento non sia tec- conseguente possibilità di conferire il sotto-vaglio ti e a separare alcune frazioni merceologiche, igiene urbana igiene urbana ottobre-dicembre 2014 nicamente fattibile per i rifuti inerti, e qualora il direttamente in discarica, senza la preventiva atti- quali i metalli, può rispondere ai requisiti della trattamento non contribuisca “al raggiungimen- vità di stabilizzazione. Va infatti ricordato che ciò norma comunitaria.[…] Si ritiene pertanto to delle fnalità di cui all’articolo 1, riducendo che producono questi impianti di tritovagliatura che, qualora sia effettuata un’adeguata rac- la quantità dei rifuti o i rischi per la salute – di solito si tratta di camion che si limitano a una colta differenziata delle frazioni pericolose dei umana e l’ambiente, e non risulta indispen- cernita assolutamente sommaria – sono rifuti rifuti urbani (quali i farmaci scaduti, le pile sabile ai fni del rispetto dei limiti fssati dalla “secchi”, inclusi materiali ferrosi etc. e “umidi”, e batterie), nel caso in cui la capacità impian- normativa vigente”. che dovrebbero essere comunque sottoposti a un tistica di trattamento meccanico biologico non Tale ultima eccezione va rettamente intesa, al procedimento per abbatterne la capacità odorige- sia suffciente a coprire l’intero fabbisogno, in fne di evitare l’elusione della normativa posta a na, “stabilizzando” il materiale e riducendo così via del tutto provvisoria e nelle more della presidio dell’interesse ambientale. l’impatto ambientale conseguente al loro stoc- completa realizzazione dell’impiantistica di L’obiettivo principe del Legislatore nazionale è caggio. La questione aveva assunto importanza, piano i rifuti urbani possano essere conferiti quello della riduzione della quantità dei rifuti in quanto per effetto dell’art. 17 comma 1 dello in discarica previo trattamento in impianti di da conferire in discarica, espressamente previ- stesso d.lgs 36/2003, l’obbligo di preventivo tratta- tritovagliatura.” sto dall’art. 5 d. lgs. 36/2003, che imponeva alle mento sarebbe entrato in vigore per le discariche I “distinguo” erano fn troppi, per poter consi- Regioni, entro un anno dalla data di entrata in già esistenti, solo a partire dal 31.12.2006, termine derare la tritovagliatura tout court come attività vigore, l’adozione di appositi programmi “per la più volte successivamente prorogato. di trattamento. Ed infatti, con il parere motivato riduzione dei rifuti biodegradabili da colloca- Si rese così necessario individuare per tutte le del 01.06.2012 predisposto dalla Commissione re in discarica” che avrebbero dovuto prevedere discariche esistenti una soluzione entro il perio- europea nell’ambito della procedura di infrazio- “il trattamento dei rifuti e, in particolare, il ri- do transitorio defnito dal suddetto articolo 17, ne avviata contro l’Italia, si contestò fortemente ciclaggio, il trattamento aerobico o anaerobico, in modo da poter soddisfare le esigenze imposte quella conclusione . 1 il recupero di materiali o energia”. dall’art. 7 comma 1, d.lgs 36/2003. Ma non solo. La stessa giurisprudenza penale ha Una prima lettura della disposizione consente di Il Ministero dell’Ambiente, in prima battuta, sem- avuto modo di esprimersi, e in una vicenda nella affermare che per il Legislatore tutte quelle attività brò accreditare la tesi dell’equivalenza tra tritova- quale nella quale “i rifuti urbani non differen- (riciclaggio, trattamento aerobico ed anaerobi- gliatura e trattamento e, in forza della Circolare ziati avevano subito soltanto un procedimento co, recupero di materiali o energia) sono attività GAB-2009-0014963 del 30.06.2009, molte Ammi- meccanico di tritovagliatura e di separazione di trattamento. E’ noto, tuttavia, che quantome- nistrazioni ritennero di autorizzare quel tipo di della frazione umida”, i Giudici della Cassazione no negli ultimi anni, la tecnologia ha proposto attività e consentire la successiva collocazione in (Sez. III, sent. 09 dicembre 2009, n. 46834) han- altre attività, di cui spesso le Amministrazioni si discarica del sotto-vaglio. no affermato che i rifuti “non avevano mutato sono avvalse, al fne di tentare di contemperare Per l’Amministrazione centrale, infatti, “[…] il natura” e “tale procedimento non consentiva l’assolvimento degli obblighi normativi con le trattamento meccanico biologico, la digestio- di qualifcare i rifuti come speciali essendo a esigenze di fnanza pubblica: attività, cioè, che si ne anaerobica previa selezione, rappresentano tal fne necessarie altre e ben più complesse