L’applicazione dell’articolo 177 del Codice dei contratti pubblici può mettere a rischio la qualità e la continuità dei servizi, con gravi ricadute sul fronte occupazionale. Le imprese, quindi, condividono le preoccupazioni dei sindacati rispetto a una norma che potrebbe destrutturare aziende sane ed efficienti. E’ la posizione espressa da Utilitalia (Federazione delle imprese di acqua, ambiente e energia) ed Elettricità Futura (principale associazione delle imprese che operano nel settore elettrico italiano) nel giorno dello sciopero nazionale indetto dalle sigle di categoria. il 30 giugno scorso. L’esternalizzazione per l’80% dei servizi e delle opere – evidenziano – è una norma che non tiene conto di legittimi affidamenti, di situazioni transitorie legate ai processi di liberalizzazione concordati con Bruxelles e della tutela costituzionale della libertà d’impresa.
L’applicazione della normativa vigente, che prevede pesanti sanzioni dal 1 gennaio 2022 nei confronti delle imprese inadempienti, comporterà la necessità di esternalizzare la pressoché totalità delle attività attualmente gestite, comprese quelle più strategiche ed anche in caso di standard qualitativi ed economici ottimali.
Per Utilitalia ed Elettricità Futura, più che un’efficienza a favore delle comunità, si finirebbe per creare una destrutturazione delle imprese e una perdita del valore patrimoniale dello Stato e degli Enti Locali che spesso ne detengono la partecipazione, oltre alle condizioni per il licenziamento di migliaia di lavoratori altamente specializzati.
I concessionari, infatti, dovrebbero necessariamente operare una drastica riduzione della forza lavoro nei settori della distribuzione dell’energia elettrica e gas; con l’esternalizzazione forzata dell’80% delle attività, si avrebbe la perdita o la precarizzazione di oltre 145mila posti di lavoro nel breve-medio periodo nell’intero comparto, come denunciato dai sindacati.
Nei giorni scorsi, concludono Utilitalia ed Elettricità Futura, sono stati presentati al Ddl di conversione del Dl Semplificazioni 24 emendamenti da 10 forze politiche che, nella sostanza, vanno tutti nella medesima direzione; si auspica, pertanto, un ripensamento deciso da parte del Governo, anche perché l’incertezza di questi anni rispetto all’applicazione della norma ha già penalizzato il settore sul fronte degli investimenti e dell’occupazione.