“Le misure ad oggi ipotizzate nella Legge di Bilancio non sono in alcun modo sufficienti a generare una spinta decisa verso quel ‘Green New Deal’ nelle intenzioni del Governo; sono solo una sommatoria di piccole misure completamente marginali. Anche l’uso della leva fiscale appare più indirizzato alla ricerca di nuove entrate che a criteri di effettiva efficacia. Nessuna misura è, inoltre, prevista per l’obiettivo di un netto miglioramento degli indici di performance dell’economia circolare, che rappresentano invece uno dei punti qualificanti degli indirizzi europei”.
E’ questo il commento di FISE ASSOAMBIENTE, l’Associazione che rappresenta le imprese che operano nel settore dell’igiene urbana, riciclo, recupero e smaltimento di rifiuti urbani e speciali, nonché bonifiche, alle prime indicazioni fornite dal Governo sulle misure previste nella prossima Legge di Bilancio.
In queste ore l’Associazione sta avanzando presso le sedi competenti alcune proposte, “senza maggiori oneri” per lo Stato, per una strategia nazionale di gestione dei rifiuti urbani e speciali che favorisca la transizione verso la circular economy, prevalentemente basate sull’uso della leva fiscale come reale incentivo. Il presupposto è il raggiungimento degli obiettivi europei per l’economia circolare (65% di riciclaggio al 2035 di rifiuti urbani, aumento del riciclo degli imballaggi, limitazione all’uso della discarica) che nel nostro Paese necessita di investimenti in impianti per circa 10 miliardi di euro, senza considerare quelli in ricerca, innovazione, software e gli investimenti immateriali.
Per incentivare e sostenere gli investimenti in impianti per l’economia circolare potrebbero essere messi in campo gli strumenti utilizzati con successo nel programma a sostegno di Industria 4.0:
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- Iperammortamento: aliquota per investimenti in beni materiali strumentali nuovi funzionali alla trasformazione green dell’economia circolare (da 140% a 250%).
- Superammortamento: proroga con aliquota al 140%/250% per i beni strumentali nuovi e potenziamento inserendo beni immateriali strumentali (software) funzionali alla trasformazione green dell’economia circolare.
- Credito d’imposta alla ricerca, con un credito massimo per contribuente fino a 20€M per ricerca sul settore dell’economia circolare.
- Detrazioni fiscali fino al 30% per investimenti fino a 1M euro in startup e PMI innovative nel settore dell’economia circolare.
Impianti e software da “incentivare”
Impianti e software da “incentivare”I benefici fiscali dovrebbero riguardare gli investimenti in impianti e software riconducibili all’economia circolare e in particolare: contenitori per la raccolta differenziata, contenitori interrati – centri di riciclaggio, smontaggio e riuso – piattaforme di valorizzazione dei materiali raccolti in forma differenziata (imballaggi, ingombranti, RAEE, speciali, costruzione e demolizione) – linee di recupero di materiali in impianti di selezione o smaltimento (fabbriche della materia, elettrocalamite, cernita di metalli non ferrosi e plastiche) – digestori anaerobici e linee di raffinazione del biometano – impianti per il recupero energetico dei rifiuti combustibili impianti per il recupero di biogas delle discariche – impianti industriali per prodotti riciclati – impianti industriali per migliorare le capacità di riciclaggio (cartiere, vetrerie, prontoforno) – sensoristica per la lettura del peso dei contenitori – software di gestione delle flotte – software di gestione degli svuotamenti – software di gestione della tariffa puntuale – comunicazione ambientale sul riciclo – ricerca e sviluppo, brevetti.