L’Europarlamento dichiara guerra alle microplastiche, chiedendone il divieto nei cosmetici e nei prodotti per la pulizia entro il 2020, e anche lo stop totale alle plastiche ‘oxo-degradabili’ che si frammentano con luce e caldo.
Incentivi per la raccolta dei rifiuti marini in mare, nuove norme a livello europeo in materia di biodegradabilità e compostabilità e un divieto totale della plastica ossidegradabile entro il 2020 sono alcune delle proposte contenute nella risoluzione non vincolante approvata il 13 settembre scorso dal Parlamento europeo. La plastica rappresenta l’85% dei rifiuti delle spiagge e oltre l’80% dei rifiuti marini. Secondo la Commissione europea, l’87% dei cittadini dell’UE si dichiara preoccupato per l’impatto ambientale della plastica. Nell’UE,la produzione globale annua di plastica ha raggiunto i 322 milioni di tonnellate nel 2015, e si prevede che raddoppierà nei prossimi 20 anni. Solo il 30% dei rifiuti di plastica viene raccolto per il riciclaggio, mentresolo il 6% della plastica immessa sul mercato è costituita da materiali riciclati.
Secondo il Parlamento, un mercato interno per le materie prime secondarie è necessario per garantire la transizione verso un’economia circolare. La richiesta alla Commissione è quindi quella di proporre degli standard sulla qualità per creare fiducia e rafforzare il mercato della plastica secondaria, tenendo conto dei diversi gradi di riciclaggio compatibili con i diversi usi, garantendone al tempo stesso la sicurezza, ad esempio quando la plastica riciclata è utilizzata in contenitori per alimenti.
Gli Stati membri dovrebbero inoltre considerare la possibilità di ridurre l’IVA sui prodotti contenenti materiali riciclati. Il Parlamento sottolinea che esistono diversi modi per raggiungere tassi elevati di raccolta differenziata e riciclaggio, tra cui gli Stati membri possono scegliere: un sistema di responsabilità estesa del produttore, meccanismi di deposito-rimborso e una maggiore sensibilizzazione del pubblico.
Fonte: Helpconsumatori