Da un lato un Paese costituito da un grande fermento, fatto di Amministrazioni pubbliche, imprese e territori che si muovono in tante direzioni diverse per realizzare impianti da fonti rinnovabili: dai piccoli impianti domestici, alle comunità energetiche fino ai grandi impianti industriali. Dall’altro, numeri che si confermano sconfortanti rispetto alla capacità potenziale di realizzazione, agli obiettivi climatici al 2030 e alle mancate opportunità di innovazione e di welfare strutturale per imprese e famiglie.
Questa la fotografia di un’Italia a due facce offerta dalla XVI edizione di Comunità Rinnovabili, lo storico rapporto di Legambiente che dal 2006 racconta, anno per anno, non solo lo sviluppo dal basso delle diverse fonti rinnovabili in Italia, ma anche quanto di buono si muove nei territori.
I dati del rapporto
In Italia, secondo il dossier, sono presenti almeno 1,35 milioni di impianti da fonti rinnovabili, distribuiti in tutti i Comuni italiani per una potenza complessiva di 60,8 GW, di cui appena 1,35 GW installata nel 2021 tra idroelettrico, eolico e fotovoltaico. In termini di produzione, il contributo complessivo portato dalle fonti rinnovabili al sistema elettrico italiano è arrivato, nel 2021 a 115,7 TWh, facendo registrare un incremento di appena 1,58% rispetto al 2020. Un trend decisamente al di sotto di quelli che dovrebbero essere gli obiettivi annuali, causato dalla pandemia, ma anche e soprattutto dal sistema farraginoso di rilascio delle autorizzazioni per la realizzazione dei progetti.
Numeri in crescita, invece, per le nuove opportunità di autoproduzione e scambio di energia attraverso le Comunità Energetiche da fonti rinnovabili: 100 quelle complessivamente mappate da Legambiente in queste ultime 3 edizioni del Rapporto, tra realtà effettivamente operative (35), in progetto (41) o che muovono i primi passi verso la costituzione (24). Tutte raccolte nella Mappa presente sul sito comunirinnovabili.it e realizzata in collaborazione con Esri Italia e ActionGis. Tra queste 59 le nuove, censite tra giugno 2021 e maggio 2022, che vedono il coinvolgimento di centinaia di famiglie, decine di Comuni e imprese, di cui 39 sono Comunità Energetiche Rinnovabili e 20 Configurazioni di Autoconsumo Collettivo.
“I numeri raccolti dalla nuova edizione del rapporto si confermano drammaticamente insufficienti per affrontare il caro bollette e l’emergenza climatica, per liberarci dalla dipendenza dall’estero— ha commentato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente– e soprattuttorischiano di farci raggiungere l’obiettivo di 70 GW di nuovi impianti a fonti rinnovabili al 2030 tra 124 anni, se calcoliamo la media di installazione degli ultimi tre anni, pari a 0,56 GW. È il momento di cambiare registro per risolvere l’incomprensibile ostracismo di uffici ministeriali, Regioni, Comuni, Sovrintendenze, comitati cittadini e di alcune sigle ambientaliste perché le famiglie, le imprese e il Pianeta non possono più attendere”.
Rapporto Comunità Rinnovabili 2022