Sorpresa: la zona d’Italia dove le aziende pagano le tariffe più alte per la raccolta dei rifiuti non è il difficile Sud, e nemmeno il produttivo Nord, ma il Centro Italia, dove il costo/metro quadro della Tari per le attività produttive arriva a quasi 35 euro per i ristoranti (contro i 27,8 di media nazionale), supera i 9 per gli alberghi (media 6,5), gli 8 per le industrie alimentari (contro il 5,1 di media italiana) e sfiora i 18,5 euro per i supermercati (contro i 15 mediamente in Italia). I dati provengono da un’indagine di Ref ricerche, e portano anche una notizia positiva: dopo molti anni in crescita, infatti, questa imposta torna a scendere, almeno per molte attività: addirittura -1% rispetto al 2015 per i ristoranti, -0,7% per l’industria del food, -0,5% per gli hotel. Stabili solo i supermercati. Quanto al primato negativo del Centro, senza dubbio la presenza della Capitale incide eccome: pensate che il costo medio per un ristorante romano si aggira intorno ai 42,4 euro (punta massima italiana), mentre ad esempio a Milano resta a nemmeno 28. La città-capoluogo dove si paga di meno è Novara, con 10,5 euro. Roma è molto cara anche per alberghi (11,14 euro), industrie alimentari (10,82) e distribuzione organizzata (23,16). In quest’ultima, però, la classifica dei più dispendiosi è guidata da Torino, con quasi 25,70 euro/mq. Chiude la graduatoria Cosenza, con appena 5 euro. Fra le metropoli, Milano è molto vicina alla media nazionale: la supera di un soffio per i ristoranti (27,97, ma in calo ben dell’8,7% sul 2015), ma poi resta sotto nelle altre attività: alberghi a 4,40 (in calo del 6,6%), industrie alimentari a 4,01 e supermercati a 12,12.