Nel 2015 sono cresciuti gli incassi per la tassa rifiuti, nella misura del 10% (9,6 per l’esattezza) rispetto all’anno precedente. Le entrate hanno raggiunto quota 8,679 miliardi, con un “boom” nel Centro, dove la crescita ha sfiorato il 16% (15.8%) trainata dall’effetto-Roma. Fanalino di coda nella crescita è la Sardegna, con un “misero” +2.9%. Il Sud resta in media (+10.5%), mentre di poco sotto sono il Nordovest (+8.7%) e il Nordest (+5.9%). Fatto sta però che ormai si parla di un’entrata di valore doppio rispetto alle ben più discusse tasse sulle abitazioni. Due sono i fattori che stanno alla base di questa impennata: innanzitutto, naturalmente, l’aumento delle tariffe, che non è però più legato all’effettiva qualità del servizio: stando a Federconsumatori a Napoli una famiglia di tre persone in una casa di 100 metri quadrati ha pagato oltre un terzo più che a Milano, mentre i dati sulla raccolta differenziata e su altri indici di qualità del servizio danno risultati spesso opposti. Poi la caccia agli impagati del passato, che l’anno scorso è stata particolarmente rigorosa e capillare.