Nell’era della sostenibilità e dell’innovazione, molte aziende si trovano a dover affrontare la sfida di migliorare i propri prodotti per rispondere alle esigenze del mercato e dei cittadini. Sartori Ambiente, azienda italiana attiva nel settore della gestione dei rifiuti, ha intrapreso un ambizioso progetto per sviluppare un contenitore per la frazione umida che fosse non solo funzionale ma anche ergonomico.
Il primo passo in questo percorso è stato avviato due anni fa presso il CeRiSM, il Centro di Ricerca Sport Montagna Salute, partecipato dalle Università di Trento e Verona, che ha gettato le basi per un approccio scientifico e innovativo nello sviluppo di una nuova attrezzatura.
Il progetto
Questa idea è nata due anni fa e ha coinvolto nello sviluppo, come “collaudatori di eccellenza” operatori di diverse aziende di raccolta rifiuti del territorio. Durante le fasi iniziali, gli operatori sono stati dotati di elettrodi e monitorati attraverso un sistema di elettromiografia. Questo approccio ha permesso di analizzare (con modelli in 3D) in dettaglio i loro movimenti e le attivazioni muscolo-scheletriche, con gli stessi sistemi utilizzati per gli atleti degli sport invernali. Dieci i soggetti, scelti da tre aziende diverse di raccolta e trasporto, per rappresentare una varietà di contesti territoriali, che hanno testato il nuovo prototipo sia in laboratorio che durante reali turni di lavoro in strada, contribuendo a un approccio scientifico fondamentale per il futuro sviluppo del prodotto.
Lo studio, condotto dalle professoresse Chiara Zoppirolli e Barbara Pellegrini di CeRiSM, è stato suddiviso in diverse fasi. Inizialmente, è stata effettuata un’analisi qualitativa del lavoro degli operatori. I turni lavorativi sono stati analizzati filmando i movimenti eseguiti nella raccolta dei rifiuti e analizzando ogni aspetto qualitativo dei gesti, come la modalità di presa del contenitore, il trasporto e lo svuotamento sul mezzo. La raccolta dei dati ha rivelato che la maggior parte degli svuotamenti avviene con carichi di circa 4 kg e che nella maggior parte dei casi la movimentazione del carico non avviene in maniera corretta dal punto di vista posturale.
Successivamente, è stato effettuato un confronto tra il contenitore in utilizzo e il nuovo prototipo, con un campione più ampio di operatori. In questa fase è stata acquisita la rappresentazione tridimensionale dei movimenti tipici della mansione in laboratorio, misurandone gli angoli articolari e la posizione del centro di massa dell’operatore dal contenitore. Questa fase ha portato a importanti scoperte riguardo alle posture e ai gesti degli operatori, evidenziando come un corretto posizionamento del manico e una sua adeguata altezza possano portare a benefici evidenti nei confronti degli operatori.
I risultati emersi dall’analisi hanno dimostrato che il nuovo prototipo, con un manico più alto, favorisce un approccio frontale, simmetrico e posturalmente corretto della presa del carico e riduce lo sforzo richiesto durante lo svuotamento. Il meccanismo di chiusura del contenitore facilità il posizionamento in verticale del manico, ciò permette all’operatore di mantenere una postura corretta durante il sollevamento.
Gli operatori stessi hanno confermato che questa configurazione è la più confortevole nelle interviste qualitative effettuate dopo la sperimentazione. Inoltre, le superfici del contenitore presentano zigrinature nei punti di presa che facilitano la movimentazione e lo svuotamento al fine di migliorare ulteriormente l’ergonomia del prodotto. Questo approccio scientifico ha rappresentato un cambio di paradigma nello sviluppo di attrezzature per la raccolta dei rifiuti, sottolineando l’importanza della collaborazione tra aziende e centri di ricerca.
Approccio basato sui nudge
Nel contesto della ricerca, un dottorato di ricerca in collaborazione con Università di Trento, condotto dalla ricercatrice Federica Stablum e coordinato dalla Professoressa Barbara Treccani, si concentra sull’ottimizzazione della gestione dei rifiuti e sulla promozione di comportamenti responsabili tra i cittadini. Infatti, il nuovo contenitore è stato parte di uno studio sperimentale con un approccio basato sui nudge, la cosiddetta spinta “gentile” ovvero piccole modifiche all’ambiente che stimolano il cambiamento di comportamento senza costringere gli individui. In questo caso, l’uso di adesivi smile applicati sugli appositi contenitori da parte degli operatori rappresentava una forma di incoraggiamento visivo, indirizzando i cittadini verso una gestione più attenta della frazione umida, degli imballaggi e della frazione residua.
L’idea alla base di questo intervento era quella di incentivare i comportamenti virtuosi e fornire suggerimenti pratici per migliorare la qualità della raccolta differenziata, ma anche di promuovere una comunicazione più efficace all’interno delle comunità. Infatti, oltre a incoraggiare i singoli comportamenti, il progetto mirava a creare un senso di appartenenza e responsabilità condivisa fra vicini, affinché il miglioramento delle abitudini ambientali diventasse una prassi collettiva.
Il progetto di Sartori Ambiente per un contenitore per la raccolta della frazione umida rappresenta un esempio virtuoso di come la ricerca scientifica possa informare e migliorare il design dei prodotti. L’approccio collaborativo tra aziende e centri di ricerca, come CeRiSM, non solo mette in luce l’importanza della scienza nello sviluppo di soluzioni pratiche, ma apre anche la strada a futuri miglioramenti e innovazioni nel settore della gestione dei rifiuti. Da parte dello sforzo dell’industria è da rimarcare il contributo di due designer di prodotto interni a Sartori Ambiente, che costituiscono un unicum, al momento, nel panorama di questo mercato e questo tipo di azienda. La speranza è che questo tipo di collaborazione continui a prosperare, fornendo benefici tangibili sia agli operatori del settore che ai cittadini.