Report “Mare Monstrum” di Legambiente restituisce una “fotografia” puntuale dei principali fenomeni di aggressione al patrimonio naturale delle regioni costiere: i reati ambientali sono stati 19.530, con un incremento del +3,2% rispetto al 2021, mentre gli illeciti amministrativi (44.444) sono cresciuti del 13,1%.
Cresce l’impatto dell’illegalità ambientale lungo le coste e nei mari del nostro Paese. Ma aumenta in maniera significativa anche l’attività di controllo svolta dalle Capitanerie di porto e dalle forze dell’ordine.
Il ciclo illegale del cemento (dalle occupazioni di demanio marittimo alle cave illegali, dagli illeciti negli appalti per opere pubbliche fino all’abusivismo edilizio) rappresenta da solo il 52,9% dei reati (10.337), seguito dai diversi fenomeni d’illegalità (dalla mala-depurazione allo smaltimento dei rifiuti) che Legambiente classifica alla voce del “mare inquinato” con 4.730 illeciti penali e dalla pesca di frodo, con 3.839 reati.
Sommando reati e illeciti amministrativi in Italia è stata accertata, grazie ad oltre un milione di controlli e agli appalti illegali nelle opere pubbliche (esattamente 1.087.802, +31% rispetto al 2021), una media di 8,7 infrazioni per ogni km di costa(erano state 7,5 nel 2021), una ogni 115 metri. Diminuisce, anche se di poco (-4%), il numero delle persone arrestate e denunciate (19.658) e in maniera più significativa quello dei sequestri (3.590, con una riduzione del -43,3%). L’impatto economico dell’attività svolta dalle Capitanerie di porto e dalle forze dell’ordine, tra valore dei sequestri e sanzioni amministrative, è stato di oltre 486 milioni di euro (-22,3% rispetto al 2021).
Nel rapporto ci sono anche le 8 proposte di Legambiente al Governo per tutelare in maniera più efficace lo straordinario patrimonio ambientale dei nostri mari e delle nostre coste.