Digitale, economia circolare, decarbonizzazione. Sono i tre capisaldi – insieme all’attenzione alla salute e alla sicurezza sul lavoro, alla parità di genere e all’integrazione della sostenibilità nel modello di business – che emergono dal rapporto di sostenibilità 2020 “Le Utilities italiane per la transizione ecologica e digitale” messo a punto da Utilitalia, la Federazione delle imprese di acqua, ambiente e energia, in collaborazione con la Fondazione Utilitatis.
Le aziende associate che hanno risposto all’indagine – che rappresentano l’84% dei ricavi complessivi e il 77% dei lavoratori del settore – interessano 37 milioni di italiani per il servizio idrico, 21 milioni per l’ambiente, quasi 11 milioni per il gas e oltre 6 milioni per l’energia.
Il valore aggiunto annuale del settore – si osserva nel rapporto – è di 10,4 miliardi. Per quanto riguarda la digitalizzazione, gli investimenti sono stati pari a 342 milioni (6,2 euro per abitante); 56.732 sono i chilometri quadrati di reti idriche distrettualizzate, mentre i contatori intelligenti del gas installati sono circa 3 milioni (67% del totale). Il capitolo decarbonizzazione è ritenuto fondamentale: gli investimenti sono pari a 450 milioni (8,2 euro per abitante). Numerosi gli esempi concreti: dall’energia prodotta da serre rinnovabili, agli oltre 5mila mezzi a basso impatto ambientale fino al 42% di energia prodotta da fonti rinnovabili.
Gli investimenti in economia circolare sono pari a 280 milioni (5,4 euro per abitante), con un tasso di riciclo che arriva al 78%. Quanto all’integrazione della sostenibilità nel business, il 57% delle aziende pubblica un rapporto di sostenibilità e il 23% ha previsto una struttura dedicata. Molta attenzione alla salute e alla sicurezza sul lavoro (il 60% delle aziende monitorano i near miss, i mancati incidenti) e alla parità di genere, con una percentuale di donne nei consigli di amministrazione che arriva al 34,2%.
“Le utilities – osserva la presidente di Utilitalia, Michaela Castelli – rappresentano un settore strategico per l’Italia. Un settore la cui rilevanza è data sia dal valore economico generato per gli azionisti, sia dalla qualità dei servizi offerti agli utenti, siano essi cittadini, imprese o enti locali. Energia, ciclo idrico e servizi ambientali sono imprescindibili per la vita di tutti noi.”
La seconda parte del rapporto valuta le performance nei settori dell’acqua, dei rifiuti e dell’energia rispetto a diversi parametri: obiettivi normativi e regolamentari, media italiana, media delle aziende associate alla Federazione e media delle aziende “Utilitalia 15”, ossia le 15 aziende associate che ottengono le migliori performance di sostenibilità. Per quanto riguarda i rifiuti, la raccolta differenziata delle aziende più votate alla sostenibilità raggiunge il 69% (contro una media italiana del 61%), mentre lo smaltimento in discarica crolla al 4% (media italiana 21%).
“Questi dati – conclude Castelli – dimostrano che investire nella sostenibilità non rappresenta solo una strada obbligata nel percorso verso la transizione ecologica, ma assicura ormai migliori performance aziendali a vantaggio delle comunità servite. Sostenibilità, resilienza, circolarità, decarbonizzazione, innovazione, responsabilità, disciplina di governance e di gestione: sono le parole chiave del cammino che le utilities hanno intrapreso e percorreranno negli anni a venire, per lo sviluppo del Paese”.