Gestione rifiuti insufficiente nei comuni delle Aree protette italiane. Un rischio per la conservazione della biodiversità e per il raggiungimento degli obiettivi al 2030.
L’impatto delle attività umane sta modificando gli ecosistemi con conseguenze gravi per la salute dell’ambiente e delle specie che lo abitano. La stretta connessione tra mutamento climatico e perdita di biodiversità è ormai nota e necessita di essere affrontata attraverso la mobilitazione di tutti impegnando risorse finanziarie adeguate e strategie condivise.
Meno rifiuti, meno emissioni e degrado del territorio
Puntando sull’economia circolare e sulla gestione virtuosa dei rifiuti si contribuisce agli obiettivi su clima e biodiversità al 2030.Una responsabilità che chiama direttamente in causa il ruolo delle aree protette che per realizzare la transizione ecologica e proteggere la biodiversità, oltre a mantenere efficienti gli ecosistemi e tutelare le specie a rischio, non devono perdere la sfida di accompagnare i territori e le comunità locali verso scelte green e politiche di sviluppo innovative basate sulla qualità ambientale.
I dati elaborati nel report Parchi Rifiuti Free edizione 2024 fotografano una situazione in forte ritardo rispetto alla gestione dei rifiuti nei comuni all’interno dei parchi. Un dato fra tutti: la media della raccolta differenziata dei 498 comuni presenti nei 24 Parchi nazionali è del 59,62%, ben lontana dal 65%, previsto dagli obiettivi di legge. Le esperienze virtuose costituiscono una netta minoranza. Gli effetti collaterali sono inevitabili: una produzione eccessiva di rifiuti in generale e di plastica usa e getta in particolare, o un servizio di raccolta differenziata inadeguata possono diventare un fattore di perdità di biodiversità e un rischio per la fauna selvatica oltre a impattare sul turismo, condizionando in negativo il giudizio di chi visita questi luoghi per immergersi in una esperieza green.
Le proposte di Legambiente:
1.Ogni area protetta deve realizzare una strategia territoriale rifiuti free integrata nella promozione
delle attività turistiche;
2. Le aree protette devono condizionare i finanziamenti agli eventi territoriali che garantiscano
iniziative plastic free e senza l’utilizzo di prodotti usa e getta ;
3. Il Parco deve riconoscere il logo e promuovere solo le strutture ricettive e turistiche che
raggiungono l’obiettivo rifiuti free e plastic free e non utilizzano prodotti usa e getta;
4. I Comuni dei Parchi devono adottare sistemi di raccolta che riducono gli impatti sulla biodiversità
e la gestione della fauna selvatica;
5. Le aree protette devono sostenere i maggiori costi che derivano dall’utilizzo di specifici sistemi di raccolta per tutelare la fauna selvatica (es. cassonetti antintrusione) e da modalità di raccolta puntuali (es. orari di raccolta pianificati per contesti territoriali e attività specifiche);
6. I Parchi devono combattere l’abbandono dei rifiuti e pianificare la bonifica delle discariche nei loro territori;
7. Il MASE deve rimodulare le risorse assegnate e non spese dai Parchi nazionali per rendere più
efficace la raccolta differenziata nei Comuni.
Per approfondire leggi il report Parchi Rifiuti Free 2024