In Europa il 65% dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee), pari a 6,2 milioni di tonnellate, è stato sottratto al mercato ufficiale di raccolta e riciclo; di questi, 400mila di tonnellate sono state spedite nel mercato estero senza adeguati documenti mentre una quantità dieci volte di più, cioè 4,7 milioni di tonnellate sono state gestite in modo non corretto, gettate in discarica o commercializzate in Europa in modo illegale.
A dirlo è lo studio Countering WEEE Illegal Trade che ha indagato per due anni nel mercato dell’usato e dei rifiuti di apparecchi elettrici e elettronici (Raee). Coordinato dall’Interpol lo studio ha coinvolto United Nations University (UNU), United Nations Interregional Crime and Justice Research e Compliance & Risks, ed è stato finanziato dall’Unione europea.
Solo il 35% (3,3 milioni di tonnellate) di Raee finisce nei centri ufficiali di raccolta e riciclo. L’Italia spicca e in questa pratica si piazza agli ultimi posti con poco più del 20%, appena prima di Romania, Spagna e Cipro. Tra i paesi più virtuosi, Svezia e Norvegia con circa l’85% di riciclo. In Europa la gestione non corretta dei Raee riguarda circa 4,7 milioni di tonnellate di apparecchi, una quantità 10 volte superiore a quella spedita verso Paesi stranieri senza regolari documenti di esportazione. Delle 1,3 milioni di tonnellate esportate fuori Europa senza documenti regolari, 400 mila tonnellate (il 30%) era costituto da Raee, il restante 70% erano invece apparecchiature funzionanti.