Direttiva europea sui crimini ambientali: il Parlamento europeo ha approvato il 27 febbraio in via definitiva (con 499 voti a favore, 100 contrarie e 23 astensioni) nuove norme e sanzioni per contrastare la criminalità ambientale, come concordato con il Consiglio il 16 novembre 2023.
La direttiva entrerà in vigore il ventesimo giorno successivo alla sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’UE. Gli Stati membri avranno poi due anni per recepire le norme nel diritto nazionale.
Tra i nuovi reati ci sono il commercio illegale di legname, l’esaurimento delle risorse idriche, le violazioni in materia di sostanze chimiche, l’inquinamento provocato dalle navi, gli incendi boschivi su vasta scala o l’inquinamento diffuso di aria, acqua e suolo.
I crimini ambientali commessi da persone fisiche e rappresentanti d’impresa saranno punibili con la reclusione, a seconda della durata, della gravità o della reversibilità del danno. I trasgressori dovranno risarcire il danno causato e ripristinare l’ambiente danneggiato. Ci saranno anche possibili sanzioni pecuniarie. Per le imprese l’importo dipenderà dalla natura del reato: potrà essere pari al 3 o 5% del fatturato annuo mondiale o, in alternativa, a 24 o 40 milioni di euro. Gli Stati membri potranno decidere se perseguire i reati commessi al di fuori del loro territorio.
Legambiente: “Giornata importante per l’ambiente e per il contrasto alle illegalità”
“Oggi per l’ambiente è una gran bella giornata. La direttiva europea sui crimini ambientali approvata oggi dal Parlamento Europeo – commenta Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – contiene nuovi illeciti, a cominciare dalla definizione di ecocidio, un inasprimento delle sanzioni, maggiori tutele per chi denuncia e, come proposto da Legambiente, l’impegno di facilitare l’accesso alla giustizia per le associazioni. Un passo importante a livello europeo per il contrasto e la lotta alle illegalità ambientali che consentirà di rafforzare nel nostro Paese quanto già previsto dal 2015 grazie all’introduzione dei delitti contro l’ambiente nel Codice penale. Anche per questa ragione l’Italia può dare il buon esempio, diventando il primo Stato europeo a recepire la nuova direttiva”.
Una conferma arriva, per quanto riguarda l’Italia, dagli ultimi dati del rapporto Ecomafia: nel 2022 le forze dell’ordine e le Capitanerie di porto hanno applicato per 637 volte i delitti contro l’ambiente previsti dal Codice penale, portando alla denuncia di 1.289 persone e a 56 arresti. Sono stati 115 i beni sottoposti a sequestro per un valore complessivo di 333.623.900 euro, in netta crescita rispetto ai 227 milioni di euro sequestrati l’anno prima. Il delitto più contestato è stato quello di traffico organizzato di rifiuti (art. 452 quaterdecies) con 268 casi contro i 151 nel 2021, previsto con pene adeguate anche nella nuova direttiva europea, seguito da quello di inquinamento ambientale (art. 452 bis) con 64 contestazioni. Dalla loro entrata in vigore a oggi, l’applicazione dei diversi ecoreati è scattata per 5.099 volte.