E’ disponibile il libro di Chicco Testa, Presidente FISE Assoambiente, intitolato “Elogio della crescita felice – Contro l’integralismo ecologico”. Dalla catastrofe pandemica all’emergenza ambientale, dalla crisi climatica alla crisi petrolifera, il libro invita a mettere da parte isterismi e ideologie, luoghi comuni e decrescite infelici per capire il nostro impatto sugli ecosistemi naturali. «Cosa significa occuparsi di ambiente? – scrive Testa – La risposta corretta dovrebbe essere: riuscire a preservare un equilibrio ecologico che consenta alla specie umana di crescere, riprodursi e raggiungere un benessere diffuso per il maggior numero di persone.»
«Lo stile di vita dell’uomo è responsabile della diffusione del virus», «Il petrolio sta finendo», «Le grandi opere sono inutili e inquinanti», «Per salvare il pianeta dobbiamo smettere di produrre plastica»… A destra come a sinistra, sui social o a cena tra amici, tutti si dicono «ambientalisti», e non è raro sentire ripetere luoghi comuni non supportati da nessun dato concreto. Ma se in questa categoria rientrano opinioni spesso in contraddizione tra di loro, negli ultimi tempi sembra essersi imposta un’unica narrazione, che vede nella parte della vittima, assediata dalla presenza umana, il pianeta Terra, e come unica soluzione per evitare l’estinzione quella di rallentare la corsa del progresso, e decrescere così felicemente verso un mondo più giusto e sostenibile per tutti. A queste teorie Chicco Testa, che si è occupato di temi ambientali prima alla guida di Legambiente e poi come presidente di Enel, oppone un punto di vista consapevole e di ampio respiro, ponendo la necessità di sostenere il progresso scientifico ed economico, unico in grado di migliorare l’efficienza energetica, diminuire l’inquinamento atmosferico e garantire ricchezza e benessere per le generazioni future.
Passando dai falsi miti dell’agricoltura biodinamica e della pericolosità degli Ogm a casi concreti come quelli di Ilva, Tap e 5G, l’autore offre un vademecum per difendersi dagli estremismi dell’ecologismo radicale e ribadire che il principale nemico dell’ambiente non è l’uomo, ma la povertà.