Ispra ha presentato il 10 dicembre scorso alla Camera dei Deputati il Rapporto Rifiuti urbani edizione 2019. Nel 2018 la produzione nazionale dei rifiuti urbani si è attestata a quasi 30,2 milioni di tonnellate (+2% rispetto al 2017). La raccolta differenziata è cresciuta con 7 regioni su 20 che hanno raggiunto la soglia del 65% fissata dalla normativa, ma l’insufficienza degli impianti ha comportato un aumento dell’esportazione all’estero.
Fise Assoambiente – l’Associazione che rappresenta le imprese che operano nel settore dell’igiene urbana, riciclo, recupero e smaltimento dei rifiuti urbani e speciali, nonché bonifiche – ha commentato i dati riportati nel documento. “Il Rapporto Rifiuti urbani di Ispra presenta un quadro di luci ed ombre: a fronte di alcuni risultati positivi sul fronte del riciclo, si conferma il grave deficit impiantistico nazionale sia per il flusso di rifiuti indifferenziati, che per quelli differenziati”.
Se è vero che la crescita della raccolta differenziata – con un miglioramento delle regioni del Centro e del Sud – ha portato a un aumento del riciclo effettivo e al raggiungimento con due anni di anticipo dell’obiettivo del 50% previsto dalla precedente direttiva, dall’altro lato il rapporto conferma la carenza di impianti di trattamento e smaltimento. Un deficit che comporta l’aumento dell’esportazione di rifiuti urbani all’estero, export sempre più orientato verso paesi dell’est. Ma aumenta anche la circolazione interna, con flussi importanti di rifiuti che viaggiano dal Centro/Sud al Nord. Il 70% dei rifiuti portati ad incenerimento sono stati trattati negli impianti del Nord (26 su un totale di 38). Alcune Regioni sono in crisi strutturale. Fenomeno che si aggrava con l’aumento della produzione di rifiuti nel 2018.
Non decollano gli impianti di digestione anaerobica, a fronte di un ulteriore aumento della raccolta differenziata dei rifiuti organici. Non tutte le regioni dispongono di impianti di compostaggio e la frazione organica si sposta da regione a regione, con prezzi in aumento. Una situazione che ha generato un aumento del costo complessivo del sistema, che ricade su cittadini e imprese.
“I dati Ispra – ha evidenziato Chicco Testa, Presidente FISE Assoambiente – confermano l’urgenza di una strategia nazionale chiara e coerente sui rifiuti, per mettere in sicurezza tutte le filiere del riciclo con gli impianti necessari e le politiche di sostegno appropriate e per superare il deficit impiantistico in termini di impianti di incenerimento e discariche, e superare lo squilibrio nella localizzazione”.