Il crollo registrato negli ultimi mesi dei prezzi delle materie prime derivanti dal trattamento dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) sta minando alla base le attività di riciclo di questi rifiuti e rischia di mettere in crisi l’intero sistema con gravi ripercussioni sul raggiungimento degli obiettivi fissati a livello europeo. Ad aggravare la situazione c’è anche la mancata adozione del Decreto sul trattamento adeguato che avrebbe dovuto assicurare pari condizioni operative agli impianti di trattamento a garanzia della libera concorrenza sul mercato.
La denuncia arriva da ASSORAEE – Associazione Recupero Rifiuti Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche di FISE UNIRE/Confindustria, nel corso dell’appuntamento annuale FORUM RAEE, promosso oggi nell’ambito della Fiera Ecomondo a Rimini, insieme al Centro di Coordinamento RAEE.
Secondo l’analisi di ASSORAEE, il valore delle materie prime (ferro, plastica e alluminio) da aprile a oggi ha subito un tracollo di circa il 30%-35% e la stessa riduzione hanno registrato anche i ricavi generati dal settore. Nel mese di settembre si sono verificate le contrazioni più significative e preoccupanti con -220 €/tonnellata per l’alluminio, -56 €/tonnellata per il ferro, -59 € per la plastica. Esiste, inoltre, la possibilità concreta che il mercato di alcuni materiali, come la plastica, si chiuda completamente, con il risultato di far passare il riciclo da quella che prima era una voce di ricavo, più o meno consistente, a un elemento di puro costo.
Le criticità del sistema oggi si concentrano quindi, inevitabilmente, sull’elemento finale della filiera di gestione del rifiuto: i comuni e gli operatori della distribuzione effettuano la raccolta, i rifuti vengono poi presi in gestione dai sistemi collettivi costituti dai produttori che li affidano agli impianti di trattamento per lo smaltimento o il loro riciclo, sulla base di contratti che oggi non prevedono variazioni o riallineamenti, pur in presenza di oscillazioni sostanziali dei valori delle materie prime.
Gli impianti di riciclo traggono gran parte dei ricavi proprio dal trattamento del rifiuto e dalla successiva vendita della materia prima seconda generata.
Per questa ragione, Assoraee ha già richiesto che i contratti sottoscritti con i sistemi collettivi siano rivisti, introducendo meccanismi di adeguamento con la previsione di un aumento del prezzo di trattamento o una diminuzione del costo d’acquisto.
“Chiediamo misure rapide e concrete per non vedere collassare un sistema che è stato preso a modello da diversi Paesi europei”, evidenzia Gabriele Canè – Presidente di ASSORAEE, “Occorre una maggiore sensibilità delle istituzioni e delle altre componenti della filiera verso il comparto. Da una parte, non è più rinviabile l’emanazione del Decreto sul trattamento adeguato che stabilisca regole certe e un sistema di controlli efficace sugli standard di qualità e sicurezza di gestione dei RAEE. Dall’altra, è opportuno un maggior coinvolgimento di tutti gli attori della filiera sulla sostenibilità economica del sistema e sui mercati di sbocco dei materiali riciclati, secondo i principi ormai condivisi del “chi inquina paga” e della “responsabilità estesa del produttore”.”
In assenza di queste due condizioni, sono a rischio gli obiettivi fissati a livello europeo che prevedono per l’Italia il passaggio dai 3,8 kg pro-capite di oggi ai circa 7,5 kg entro il prossimo 1° gennaio 2016 e ai 10 kg entro il 2019.