Inquinamento da plastica, l’Onu approva risoluzione storica

Il 2 marzo a Nairobi, in Kenya, l’assemblea dell’Onu per l’ambiente ha  approvato una risoluzione considerata di importanza storica per porre fine all’inquinamento da plastica e arrivare a un accordo giuridicamente vincolante entro il 2024. Il provvedimento deve riguarda l’intero ciclo di vita di plastica, compresa la sua produzione, progettazione e smaltimento.

La risoluzione istituisce un Comitato Intergovernativo di Negoziazione (INC) che inizierà a lavorare quest’anno per completare una bozza di accordo globale giuridicamente vincolante entro la fine del 2024. Si vuole presentare uno strumento giuridicamente vincolante, che affronti l’intero ciclo di vita della plastica, la progettazione di prodotti e materiali riutilizzabili e riciclabili e la necessità di una maggiore collaborazione internazionale per facilitare l’accesso alla tecnologia, il rafforzamento delle capacità e la cooperazione scientifica e tecnica.

«Parallelamente ai negoziati su un accordo internazionale vincolante, l’UNEP lavorerà con qualsiasi governo e impresa che voglia lungo la catena di valore per allontanarsi dalla plastica monouso, nonché per mobilitare finanziamenti privati ​​e rimuovere gli ostacoli agli investimenti nella ricerca e in una nuova economia circolare», ha dichiarato Inger Andersen, Direttore Esecutivo dell’UNEP.

La produzione di plastica, ricorda l’UNEP, è aumentata vertiginosamente negli anni ed è passata da 2 milioni di tonnellate nel 1950 a 348 milioni di tonnellate nel 2017. È un’industria globale del valore di 522,6 miliardi di dollari e si prevede che raddoppierà entro il 2040. È una catastrofe in divenire, e anche già reale, quella che la produzione e l’inquinamento da plastica hanno su una crisi del pianeta che è collegata alla crisi climatica, alla perdita di natura e all’inquinamento.

Da qui l’esigenza di combattere non solo l’inquinamento da plastica, ma di passare nei fatti a un’economia circolare. Questo passaggio, stima ancora il programma Onu per l’ambiente, può ridurre il volume di plastica che finisce negli oceani di oltre l’80% entro il 2040 e ridurre del 55% la produzione di plastica vergine. Può far risparmiare ai governi 70 miliardi di dollari entro il 2040, permettere di ridurre del 25% le emissioni di gas serra e creare 700.000 posti di lavoro aggiuntivi, principalmente nel sud del mondo.