In Svezia, a Södertäljea, vicino Stoccolma, questi uccelli fanno parte di un progetto pilota sviluppato da una startup, che ha reclutato i pennuti, addestrati per raccogliere, depositare le cicche in una macchina che poi li smaltirà: per ogni mozzicone depositato gli uccelli ottengono del cibo. Così, da una parte si argina il problema di questo genere di rifiuti, dall’altro lo si fa abbattendo i costi.”Sono uccelli selvatici che partecipano su base volontaria”, ha sottolineato Christian Günther-Hanssen, founder di Corvid Cleaning, la startup a capo dell’iniziativa.Sono stati scelti i corvi della Nuova Caledonia (Corvus moneduloides), per la loro intelligenza e la loro capacità di ragionamento che li rendono particolarmente adatti a svolgere questa mansione. “Sono i più facili da addestrare e c’è possibilità che imparino gli uni dagli altri. Allo stesso tempo, il rischio che mangino erroneamente immondizia è molto basso”, conclude Günther-Hanssen.
Gli uccelli sono prima addestrati ad associare i mozziconi di sigaretta con il cibo. Dopo di che viene introdotto un distributore di cibo che lascia cadere il cibo solo quando il corvo arriva. Poi, togliendo le ricompense, gli addestratori incentivano la ricerca in modo che i corvi inizino a beccare sulla macchina colpendo un pulsante che fa cadere il cibo. Questo apre la strada al quarto passo in cui gli uccelli scoprono che la ricompensa scende solo quando mettono i mozziconi di sigaretta in un contenitore assegnato.
Corvid Cleaning spera che il progetto da pilota diventi una soluzione permanente da poter essere implementata in altre parti del paese ed eventualmente a livello nazionale. Tuttavia il nuovo approccio alla pulizia dei rifiuti, seppur abbia ottenuto un feedback positivo online, ha portato le persone a interrogarsi sulle implicazioni etiche di questo progetto. Tanti infatti si sono chiesti se ci siano complicazioni per la salute esponendo costantemente gli uccelli alle tossine dei mozziconi di sigaretta. Inoltre molti temono che ci sia il rischio di renderli dipendenti dai distributori di cibo.
Fonte: AGI