Rapporto Ecomafia 2021 di Legambiente: in Italia quasi 35 mila reati ambientali, in aumento dello 0,6% sul 2019, 4 ogni ora, 95 al giorno. I numeri della criminalità ambientale sono quelli raccontati da Legambiente nel dossier presentato lo scorso 16 novembre Ecomafia 2021
Nell’anno nero della pandemia l’ecomafia non ha conosciuto pause e non ha risparmiato l’ambiente. Nonostante la flessione dei controlli effettuati (-17% rispetto al 2019) i reati ambientali toccano quota 34.867 (+0,6% rispetto al 2019), con una media di 4 ogni ora, oltre 95 reati al giorno.
I crudi numeri dicono che aumentano le persone denunciate: 33.620 (+12% rispetto al 2019), le ordinanze di custodia cautelare eseguite sono 329 (+14,2%), i sequestri effettuati sono 11.427 (+25,4%). Cala però il numero complessivo dei controlli, che sono passati da 1.694.093 del 2019 a 1.415.907 del 2020, con una flessione del 17% rispetto al 2019.
Quasi la metà dei reati ambientali si concentra nelle regioni a tradizionale presenza mafiosa. L’incidenza dei reati ambientali in Sicilia, Campania, Puglia e Calabria è pari al 46,6% del totale nazionale (sono oltre 16 mila reati nel 2020).
Il mercato illegale è di 10,4 miliardi di euro (- 0,9% sul 2019). Crescono gli investimenti a rischio: 11,2 miliardi di euro (+2,6 sul 2019). Nella classifica regionale, Campania, Sicilia, Puglia sono le regioni più colpite da illeciti ambientali. Al quarto posto quest’anno sale il Lazio con 3.082 reati, con un incremento del 14,5% sul 2019, superando così la Calabria. La Lombardia resta la regione con il maggior numeri di arresti.
Preoccupante anche il numero dei comuni commissariati per ecomafia sino a oggi: sono ben 32, dei quali 11 sono stati sciolti nei primi nove mesi del 2021. L’ecomafia nel 2020 preoccupa anche perché una parte degli illeciti riguarda la violazione di normative legate ad attività delle imprese che, in diversi settori, hanno sospeso la produzione per lockdown.
Ecomafia 2021 rivela che c’è in atto un vero attacco all’ambiente. Il 2020 è stato un anno da codice rosso per boschi e fauna, spiega Legambiente. Si contano infatti 4.233 reati relativi agli incendi boschivi (+8,1% rispetto al 2019). Sono stati 8.193 gli illeciti contro gli animali, poco meno di uno ogni ora. Da soli, i reati contro la fauna rappresentano il 23,5% del totale dei reati ambientali, con 6.792 persone denunciate, oltre 18 al giorno, 5.327 sequestri effettuati e 33 arresti. E probabilmente si tratta di numeri sottostimati.
La flessione più significativa, probabilmente riconducibile ai periodi di chiusura di molte attività produttive durante i lockdown, è invece quella relativa al ciclo dei rifiuti, che in termini di illeciti accertati registra un -12,7% rispetto al 2019, ma più arresti (+15,2%).
«Non si deve assolutamente abbassare la guardia contro i ladri di futuro –dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – a maggior ragione in un momento storico in cui dovremo spendere ingenti risorse pubbliche previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Va scongiurato in ogni modo il rischio di infiltrazioni ecomafiose nei cantieri per la realizzazione di opere ferroviarie e portuali, impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili e di riciclo dei rifiuti, depuratori, interventi di rigenerazione urbana, infrastrutture digitali, solo per fare qualche esempio delle opere che servono alla transizione ecologica del paese».