Con una media di 8 milioni di tonnellate di plastica che ogni anno finiscono in mare, l’inquinamento dell’ecosistema è un problema evidente, tanto che secondo il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente ogni chilometro quadrato di oceano contiene in media 63.320 particelle di microplastica. Anche su questi temi si concentra l’impegno delle utility associate a Utilitalia (la Federazione che riunisce le imprese di acqua, ambiente ed energia) che, in occasione della Giornata mondiale dell’Ambiente dedicata al ripristino degli ecosistemi, ha evidenziato l’importanza del lavoro di chi si occupa di servizi fondamentali per la vita dei cittadini.
“La sfida legata al ripristino degli ecosistemi – spiega la presidente di Utilitalia, Michaela Castelli – è di primaria importanza sia per la vita delle persone sia per il valore economico che genera. Promuovere l’economia circolare, a cominciare dalla corretta gestione dei rifiuti fino al completamento del ciclo idrico integrato, è quello che le utility sono da sempre impegnate a fare. Con azioni concrete che guardano soprattutto alle aree più fragili del Paese, dove è necessaria la creazione di soggetti industriali in grado di gestire con efficienza le opere realizzate”.
Di ambiente, dei cambiamenti climatici e delle misure legate allo sviluppo sostenibile contenute nel PNRR, si parlerà il 16 giugno nel corso della sesta edizione del Festival dell’Acqua, organizzato da Utilitalia in modalità digitale. “Con le risorse del PNRR – conclude Castelli – si potrà contribuire ad accelerare la transizione verso l’economia circolare. Le nostre aziende sono pronte alla sfida, con proposte concrete. Ci sono progetti dal valore complessivo di 25 miliardi di euro nei settori dei rifiuti, dell’acqua e dell’energia, incentrati sullo sviluppo sostenibile e in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu”.