RAPPORTO ECOMAFIA 2020

Gli ecoreati non conoscono crisi: dallo smaltimento illegale alle agromafie, tutti i settori dell’illecito ambientale sono in crescita.Piemonte all’11° posto in Italia con oltre 1.307 reati nel 2019.

Le discariche virtuose oggi più che mai sono un presidio contro l’illegalità.

  

Il “virus” dell’ecomafia non si arresta né conosce crisi. Nel 2019 aumentano i reati contro l’ambiente: sono ben 34.648 quelli accertati, alla media di 4 ogni ora, con un incremento del +23,1% rispetto al 2018. Il Piemonte si colloca in una posizione da “sorvegliato speciale”: all’undicesimo posto nella classifica generale nazionale e al sesto per quanto riguarda l’illegalità nel ciclo di rifiuti. Un dato che mette in evidenza come gli impianti di smaltimento virtuosi rappresentino, oggi più che mai, un presidio di legalità, tutela dell’ambiente e della salute collettiva. È questo in sintesi quanto emerge dalla presentazione del Rapporto Ecomafia 2020, tenutasi questa mattina a Torino e organizzata da Legambiente Piemonte in collaborazione con Barricalla Spa.

I PRINCIPALI DATI DEL RAPPORTO

Tra le informazioni presenti nel Rapporto Ecomafia 2020, in particolare preoccupa il boom degli illeciti nel ciclo del cemento, al primo posto della graduatoria per tipologia di attività ecocriminali, con ben 11.484 reati (+74,6% rispetto al 2018), che superano nel 2019 quelli contestati nel ciclo di rifiuti che ammontano a 9.527 (+10,9% rispetto al 2018). Da capogiro il business potenziale complessivo dell’ecomafia, stimato in 19,9 mld di euro per il solo 2019, e che dal 1995 a oggi ha toccato quota 419,2 mld. A spartirsi la torta, insieme ad imprenditori, funzionari e amministratori pubblici collusi, sono stati 371 clan (3 in più rispetto all’anno prima), attivi in tutte le filiere: dal ciclo del cemento a quello dei rifiuti, dai traffici di animali fino allo sfruttamento delle energie rinnovabili e alla distorsione dell’economia circolare.

FOCUS SUI RIFIUTI

Nel 2019 il ciclo dei rifiuti resta il settore maggiormente interessato dai fenomeni più gravi di criminalità ambientale: sono ben 198 gli arresti (+112,9% rispetto al 2018) e 3.552 i sequestri con un incremento del 14,9%. A guidare la classifica per numero di reati è la Campania, con 1.930 reati, seguita a grande distanza dalla Puglia (835) e dal Lazio, che con 770 reati sale al terzo posto di questa classifica, scavalcando la Calabria. Per quanto riguarda le inchieste sui traffici illeciti di rifiuti: dal primo gennaio 2019 al 15 ottobre del 2020 ne sono state messe a segno 44, con 807 persone denunciate, 335 arresti e 168 imprese coinvolte. Quasi 2,4 milioni di tonnellate di rifiuti sono finiti sotto sequestro (la stima tiene conto soltanto dei numeri disponibili per 27 inchieste), pari a una colonna di 95.000 tir lunga 1.293 chilometri, poco più della distanza tra Palermo e Bologna.

 

CHE COS’È BARRICALLA

Barricalla è il principale impianto di smaltimento in Italia per i rifiuti speciali, pericolosi e non pericolosi, ed è situata a Collegno su una superficie di circa 150.000 metri quadrati; è immediatamente riconoscibile per l’ampio parco fotovoltaico visibile anche dall’esterno. Da oltre 30 anni è un importante punto di riferimento per la corretta gestione delle sostanze potenzialmente pericolose di provenienza industriale e da terreni bonificati

Sono circa 130.000 le tonnellate che, ogni anno, trovano collocazione nel sito torinese che conta un volume complessivo autorizzato di 1.832.650 metri cubi, articolati in cinque lotti, l’ultimo in attività inaugurato a settembre 2018 in occasione dei 30 anni di vita della Società. Oggi Barricalla, grazie ai 4.680 metri quadrati di pannelli fotovoltaici installati sulla cima dei lotti già terminati, produce 1,12 GWh di energia elettrica, con circa 700 tonnellate/anno di CO2 non emessa.

www.noecomafia.it

www.barricalla.com