La nuova campagna del WWF per sensibilizzare gli studenti ad essere responsabili nello smaltimento delle mascherine ed evitare che finiscano in natura. Senza uno smaltimento responsabile, a fine anno rischiamo che solo le scuole disperdano in natura 270 tonnellate di plastica.
Tra le tante novità nella vita degli oltre i circa 7 milioni di studenti della scuola pubblica italiana tra i 6 e i 18 anni che tornano tra i banchi ci sarà sicuramente un nuovo protagonista: la mascherina, che ormai è diventata un elemento essenziale della nostra quotidianità. Secondo gli ultimi dati del Ministero dell’Istruzione, in Italia ci sono circa 8,6 milioni di studenti nella scuola e per 7 milioni di questi sussiste l’obbligo di indossare la mascherina. Per proteggere i nostri studenti dal rischio sanitario saranno necessarie quindi non meno di 7 milioni di mascherine al giorno, sebbene il Ministero ha annunciato che ne distribuirà 11 milioni al giorno destinate anche al personale docente e non: facendo un rapido calcolo significa una quantità pari a circa 44 tonnellate di polimeri plastici, principalmente polipropilene, poliestere, utilizzati e smaltiti ogni giorno nelle nostre scuole
Se anche solo un ragazzo per classe (il 5% della popolazione studentesca all’incirca) disperdesse volontariamente o accidentalmente la propria mascherina, ogni giorno verrebbero rilasciate in natura 1,4 tonnellate di plastica: ciò significa che a fine anno scolastico sarebbero disperse in natura oltre 68 milioni di mascherine per un totale di oltre 270 tonnellate di rifiuti plastici non biodegradabili in natura. È come se gettassimo ogni giorno dell’anno scolastico 100mila bottigliette di plastica in natura.
Per sensibilizzare gli studenti e attirare la loro attenzione su questo problema, evitando che trovare mascherine in prati, laghi, fiumi o spiagge diventi tragica normalità, il WWF Italia lancia una campagna di sensibilizzazione dal titolo «Non Deve Finire Così» che chiede a tutti gli studenti, gli insegnanti, al personale scolastico e ai genitori di condividere. Inoltre il WWF chiede anche ai dirigenti scolastici di affiggere le locandine, che verranno inviate a tutte le scuole in formato elettronico, in modo da richiamare l’attenzione degli studenti sul tema.
Avrebbe avuto più senso promuovere alternative più sostenibili come per esempio mascherine riutilizzabili e lavabili certificate e validate dallo stesso Ministero della Salute, attraverso l’Istituto Superiore di Sanità (che sono equiparabili per sicurezza alle mascherine chirurgiche monouso). Queste mascherine possono essere una valida alternativa al monouso, accompagnate da informazioni sulle modalità di igienizzazione, lavaggio, scadenza.
Secondo quanto stabilito dall’Istituto Superiore di Sanità, infatti, allo stato attuale, l’unica possibilità di smaltimento delle mascherine per uso civile è di conferirle nella raccolta indifferenziata. Oggi che l’emergenza sanitaria non è più una sorpresa e che tutti siamo consapevoli del fatto che dovremo convivere per diverso tempo con le precauzioni necessarie a proteggerci dal virus è necessario valutare una una filiera completamente nuova e sicura, sia per motivi di gestione efficiente delle risorse e dei rifiuti sia per evitare il rischio di dispersione nell’ambiente.