ECOMONDO Report Giovedì 7 novembre

Nella foto un momento della cerimonia di consegna dei Premi Sviluppo Sostenibile

CONAI HA PRESENTATO IL NUOVO EcoD Tool
Giovedi 7 novembre a Ecomondo (in corso alla Fiera di Rimini fino a domani), il Consorzio Nazionale Imballaggi ha presentato l’ultimo strumento a disposizione delle aziende per ridurre l’impatto ambientale dei propri imballaggi: l’EcoD Tool CONAI seconda evoluzione, che diventa un vero strumento di eco-design pensato per tutte le aziende italiane aderenti al sistema consortile, in grado di fornire non solo indicazioni sugli impatti ambientali di un imballaggio, ma anche di proporre per l’imballaggio stesso azioni di miglioramento che lo rendano più sostenibile e di rendere possibili dei confronti mediante simulazioni prima/dopo.
Software utilizzabile on-line, l’EcoD Tool CONAI elabora i dati forniti dalle aziende mediante un questionario guidato e fornisce indicazioni sull’impatto del pack in tutte le fasi del suo ciclo di vita in relazione a consumo di acqua, consumo di energia ed emissioni di anidride carbonica.

LA RIVOLUZIONE DEL PACKAGING
Affollatissimo appuntamento all’Ecomondo di Italian Exhibition Group, dedicato al futuro della progettazione di imballaggi sostenibili, verso un osservatorio permanente dell’innovazione del packaging.
Plastic exit, global e-commerce, automatizzazione dei processi di approvvigionamento dei supermarket, sono solo i più evidenti driver di innovazione che stanno rivoluzionando il mondo del packaging. In questa rivoluzione il design delle confezioni, dei contenitori, dei processi logistici, le nuove materie prime e il risparmio energetico, svolgono ruoli integrati importanti, in particolare per un territorio come quello della Regione Emilia Romagna – la Packaging Valley Europea- uno dei territori più coinvolti nel settore a livello internazionale.

UTILITALIA: BASTA VIAGGI DEI RIFIUTI TRA LE REGIONI
L’Italia ha pochi impianti di trattamento dei rifiuti urbani e ancora ricorre eccessivamente allo smaltimento in discarica. E’ quanto emerge dallo studio “Il fabbisogno nazionale di trattamento dei rifiuti” realizzato da Utilitalia (la Federazione delle imprese idriche, ambientali ed energetiche) e presentato  a Ecomondo.
Nel 2017 in Italia sono state prodotte 29,6 milioni di tonnellate di rifiuti urbani (500mila in meno rispetto al 2016). Circa 2 milioni sono state trattate o smaltite in Regioni diverse da quelle di produzione; il flusso viaggia principalmente dal Centro-Sud verso il Nord (il 7% dei rifiuti urbani).
Quanto all’organico, sono state raccolte 6,6 milioni di tonnellate (100mila tonnellate in più rispetto al 2016) e circa 1,3 milioni sono migrate principalmente dal Centro–Sud verso il Nord
Nel 2017, oltre agli indifferenziati, sono state smaltite negli inceneritori 2,8 milioni di tonnellate di rifiuti urbani trattati (vale a dire sottoposti a trattamento meccanico e biologico e per questo riclassificati come rifiuti speciali). Circa 650mila tonnellate (50mila in più dell’anno prima) sono state trattate in Regioni diverse da quelle di produzione.
Le discariche sono il sistema di trattamento dei rifiuti con il maggiore impatto ambientale, soprattutto per le emissioni di CO2. Tuttavia, sono state ancora smaltite in discarica 6,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani; 600mila di questi sono stati trattati in Regioni diverse da quelle di produzione.
Secondo l’analisi di Utilitalia – che tiene conto dei target fissati dal pacchetto Ue sull’economia circolare al 2035, e in particolare del raggiungimento del 65% di riciclaggio e dell’uso della discarica per una quota al massimo del 10% – considerando la capacità attualmente installata, se si vuole annullare entro quella data l’export tra le macro-aree del Paese, il fabbisogno impiantistico ammonta a 5,3 milioni di tonnellate.

RIFIUTI ELETTRICI ED ELETTRONICI: 421.344 TONNELLATE TRATTATE OGNI ANNO
Il 75% dei rifiuti elettrici ed elettronici proviene dal ‘domestico’ e un quarto dal ‘professionale’. Sono oltre 421mila le tonnellate trattate ogni anno.
Lo studio presentato  a Ecomondo da Assoraee (Associazione Recupero Rifiuti Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche di FISE UNICIRCULAR), ha voluto anche indagare il tema della cannibalizzazione di questi rifiuti, con le conseguenze ambientali che ciò comporta.
La cannibalizzazione è la sottrazione di intere apparecchiature o delle loro parti con maggior valore economico, un fenomeno che in alcuni casi inibisce lo stesso riciclo del rifiuto e che rischia di compromettere il raggiungimento degli obiettivi fissati dalle normative nazionali e comunitarie per quanto riguarda la gestione dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche. Le componenti sottratte vanno solitamente ad alimentare un circuito parallelo e illegale di rivendita sul mercato.
Quasi 20.000 tonnellate di questi rifiuti, solitamente le parti più preziose, spariscono spesso dai centri di raccolta e vengono illegalmente rivendute sul mercato, per una perdita complessiva di 14 mln di euro. Pesanti anche le ricadute ambientali causate dal fenomeno, tra cui il rilascio in atmosfera di sostanze ozono-lesive a seguito della rimozione non corretta del motore di frigoriferi e congelatori.
A livello europeo, secondo i dati dell’Associazione EERA (che rappresenta i 30 maggiori riciclatori del Continente), il totale delle perdite generale dalla cannibalizzazione ammonta a circa 170 milioni di euro all’anno. In Italia secondo lo studio dell’Associazione si superano i 14 milioni di euro, con oltre 19.000 tonnellate di componenti sottratti.

AMBIENTE E TURISMO: NECESSARI INVESTIMENTI PER UN NEW DEAL TERRITORIALE
E’ arrivato il momento di affermare una filiera della sostenibilità anche nel settore del turismo. Oltre alle scelte green delle strutture alberghiere occorre mettere a sistema i servizi connessi all’ospitalità al fine di parlare di sostenibilità ambientale a 360°. Ne ha parlato il Presidente di Assosistema Confindustria Marco Marchetti al convegno “Reuse, wash green, no waste”. “L’hotel – ha detto – rappresenta la punta dell’iceberg dell’accoglienza. E’ necessario un New Deal territoriale, con le amministrazioni chiamate a ragionare in termini di filiera, prevedendo anche dei piani di incentivi per chi investe in sostenibilità ambientale”.

PREMIO SVILUPPO SOSTENIBILE ALLA CITTA’ DI MILANO, MAPEI E MONTAGNA 2000
A Ecomondo è stata anche la giornata della consegna del Premio Sviluppo Sostenibile, promosso dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e Italian Exhibition Group. La novità dell’edizione del 2019 è stata l’assegnazione del Premio non solo alle imprese, ma anche alle città italiane. Le tre categorie in gara sono state infatti Green City, in collaborazione con il Green City Network; per le Imprese il settore Economia Circolare, in collaborazione con il Circular Economy Network e le Energie rinnovabili. Tutti sono stati premiati per il migliore risultato ambientale, i contenuti innovativi, la possibilità di diffusione e di buone performance anche economiche. I tre vincitori sono la città di Milano, MAPEI e Montagna 2000. Al Premio, che ha avuto il Patrocinio del Ministero dell’Ambiente, inoltre, è stata conferita la Medaglia del Presidente della Repubblica.  La città di Milano è stata premiata per le sue innumerevoli iniziative in campo ambientale; Mapei per la produzione del Re-CON ZERO EVO, un additivo innovativo che consente di trasformare il calcestruzzo reso in un materiale granulare che può essere integralmente riutilizzato per la produzione di nuovo calcestruzzo, invece di smaltirlo come rifiuto; Montagna 2000 per la realizzazione della centrale idroelettrica sul tratto acquedottistico di Nola-Frasso, in provincia di Parma.

SOSTENIBILITA’: CONOU E UTILITALIA INSIEME PER L’ECONOMIA CIRCOLARE DELLE IMPRESE
E’ stato siglato a Ecomondo il Protocollo d’intesa tra il Conou, il Consorzio nazionale per la Gestione, Raccolta e Trattamento degli Oli minerali Usati, e Utilitalia, la Federazione che riunisce le Aziende operanti nei servizi pubblici dell’Acqua, dell’Ambiente, dell’Energia Elettrica e del Gas. Le regole e le buone pratiche di gestione presso le aziende sono, infatti, fondamentali per garantire la qualità dell’olio usato e la possibilità di inviarlo a rigenerazione.

TERMOVALORIZZAZIONE IN ITALIA, ALLA TAVOLA ROTONDA DI ECO ERIDANIA LA SITUAZIONE ITALIANA TRA PASSATO E FUTURO
Impianti termovalorizzatori: l’Italia è nel passato o nel futuro? Questo l’interrogativo posto alla base della tavola rotonda che si è tenuta  allo stand di Eco Eridania per fare il punto sui rifiuti industriali e sulla loro possibile valorizzazione. “Per segnare la distanza che c’è tra realtà e narrazione” sottolinea Giovanni Fava, del Gruppo Eco Eridania. “In Italia abbiamo un deficit di impianti”, il motivo conduttore, “e così esportiamo ricchezza altrove”. A differenza di quello che avviene in altri Paesi europei. “Ma non è possibile riciclare tutto – ha sottolineato il presidente di FISE Ambiente Chicco Testa – Occorre riciclare il più possibile, ma al 100% non si arriverà mai”. Ricco ed appassionato il dibattito, al quale ha preso parte, tra gli altri, anche l’assessore all’Ambiente della Regione Emilia-Romagna Paola Gazzolo.

LE BONIFICHE A VENT’ANNI DALLA NUOVA NORMATIVA AMBIENTALE. AD ECOMONDO IL PUNTO SULLE QUESTIONI IRRISOLTE
Affollatissimo  ad Ecomondo, l’incontro sul tema delle bonifiche dei siti contaminati a vent’anni dalla entrata in vigore della prima normativa ambientale. A fare il punto su dove può arrivare oggi la tecnologia è stato il professor Marco Petrangeli Papini, membro del Comitato Scientifico di Ecomondo, che ha mostrato come con “la tecnologia giusta i risultati ci sono”. Tra le pre condizioni per una bonifica a regola d’arte “caratterizzare bene i siti”, consapevoli che progettare una bonifica “non è come progettare una classica opera civile”. Tra gli aspetti considerati, quelli giuridici, affrontati dall’avvocato Federico Peres. Dal 1999, con il D.M 471, in tema di bonifiche esiste una procedura che ne detta anche i limiti. Risale invece al 2006 il Testo unico ambientale, “una piccola rivoluzione alla quale, dal punto di vista legale non è seguito nulla di nuovo”. Tra le problematiche evidenziate, il fatto che “non tutte le pubbliche amministrazioni sono attrezzate per conoscere le ultime novità in fatto di tecnologia”. A fare problema, anche le diverse interpretazioni che si presentano a livello della giurisprudenza italiana. A fronte di alcune questioni consolidate, ve ne sono altre “ancora aperte sulle quali non possiamo dire a che punto siamo”.