Presentato a Roma il Rapporto Unirima 2019. Nel 2018 le imprese della carta da macero hanno riciclato 6,65 milioni di tonnellate ma lo scenario internazionale rischia di affossare la filiera. Servono misure urgenti.
Nel 2018 le imprese della carta da macero hanno riciclato 6,65 milioni di tonnellate di carta facendo registrare un + 2,3% rispetto all’anno precedente. Nello stesso periodo aumenta anche l’export ma il prezzo del mercato crolla soprattutto nei primi mesi del 2019. SOS di Unirima, l’Associazione che aggrega le imprese che lavorano nel settore della carta da macero e che presenta il suo annuale rapporto sulla produzione di Materia Prima Secondaria (MPS).
Il rapporto. I dati sullo stato di salute di questo settore sono contenuti nel rapporto presentato da Unirima, un settore industriale in crescita con circa 6,6 milioni di tonnellate di carta riciclata nel 2018 e una percentuale di riciclo degli imballaggi cellulosi dell’81,1%. Ma se da un lato c’è un incremento delle raccolte differenziate e del riciclo, il mercato frena ed i prezzi della carta da macero crollano.
La produzione. In Italia la produzione cartaria nel 2018 si è attestata intorno ai 9 milioni di tonnellate. Il 57% di tale produzione ha come materia prima il macero (carta riciclata) proveniente da raccolta differenziata. Se al quantitativo proveniente dalla raccolta differenziata sommiamo le quantità importate, sul mercato italiano nel 2018 sono finite 10,7 milioni di tonnellate di carta.
La carta raccolta. Nel 2018 sono state circa 3,4 milioni le tonnellate di carta e cartone provenienti dalla raccolta differenziata dei rifiuti urbani e assimilati mentre l’altra metà della carta raccolta, conferita agli impianti di produzione MPS, proviene dalle attività commerciali ed industriali (rifiuti speciali).Le performance più soddisfacenti in termini di raccolta comunale rimangono quelle delle regioni del Nord (52,6%), a seguire quelle del Centro (23,4%). Ancora basse le percentuali di raccolta registrate al Sud che tuttavia, sempre nel 2018, è stata l’area del Paese con il miglior tasso di crescita.Dalla raccolta differenziata alla trasformazione in materia prima secondaria: 6,65 milioni di tonnellate di carta da macero prodotte di cui circa 5,1 milioni destinate alle cartiere italiane e 1,9 milioni all’export pari a circa il 29% del totale. L’Italia è da circa 10 anni, un esportatore netto di quei quantitativi di carta da macero che nel sistema economico nazionale rappresentano un “surplus”. Le esportazioni, destinate in gran parte a cartiere del Sud Est asiatico (di cui circa 1 milione alla Cina), rappresentano quindi un elemento fondamentale del comparto delle imprese del macero e dell’intera filiera.
La crisi del mercato. Tuttavia, proprio quando il comparto ha raggiunto la migliore performance rispetto agli standard europei, il valore di mercato della carta da macero ha subito un crollo. I cambiamenti dello scenario internazionale, derivanti in primo luogo dalla guerra commerciale fra Cina e USA ma anche dalle nuove politiche di altri paesi del sud-est asiatico, hanno portato ad un surplus di carta da macero su tutti gli altri mercati, con il materiale americano deviato dal mercato cinese e dirottato su altri Paesi.
Quotazioni ai minimi. Le ripercussioni sul settore hanno determinato un affossamento delle quotazioni della carta da macero il cui valore è tornato ai minimi storici come nel 2008: da gennaio 2019 a giugno 2019 il prezzo del cartone è crollato di oltre il 32%.
La carenza impiantistica. Il rapporto fotografa inoltre la sempre più cronica indisponibilità di impianti per lo smaltimento finale degli scarti derivanti dal trattamento dei rifiuti recuperabili. Tale carenza ha determinato un incremento notevole dei costi di smaltimento di questa parte residuale del ciclo ed il conseguente impatto economico sulla filiera. La causa di questa cronica carenza di impianti finali è da ricercare nel diffuso atteggiamento ostativo da parte delle comunità locali a qualsivoglia tipo di impianti di destinazione finale dei rifiuti.
“Mentre per decenni le nostre imprese hanno creato valore dal recupero dei materiali e questo valore è stato distribuito nella filiera, fino al produttore del rifiuto, che si è visto riconoscere un corrispettivo economico per la cessione del materiale piuttosto che essere costretto a pagare come avveniva per tutti gli altri rifiuti, il notevole deprezzamento che sta interessando da diversi mesi uno dei materiali cardine dell’Economia Circolare, cioè la carta, impone un cambiamento di paradigma da parte di tutti i soggetti coinvolti nella filiera ad iniziare dal produttore dei rifiuti” afferma Giuliano Tarallo Presidente di Unirima che aggiunge: “La crescente competizione globale, la necessità di standard qualitativi elevati e la peculiare struttura industriale italiana richiede un’accelerazione nell’industrializzazione del settore dei maceri e nell’irrobustimento delle imprese”.
«Il Convegno di UNIRIMA arriva in un difficile momento di transizione, che vedrà nei prossimi mesi il passaggio dell’Italia alla Circular Economy. Dichiara Cinzia Vezzosi Presidente di EuRIC la Confederazione Europea delle Industrie del Riciclo cui aderisce Unirima, che aggiunge: I reali contorni di questo percorso non sono stati, tuttavia, ancora chiaramente delineati a livello normativo, poiché i criteri direttivi contenuti nella Legge di Delegazione europea 2018 non risultano ancora approvati dal Parlamento. Sarà, pertanto, un utile momento di approfondimento, per fare emergere e analizzare i problemi che assillano il Settore del Recupero/Riciclaggio nel nostro Paese. In questo quadro crediamo che EURIC rappresenti sicuramente un utile “ponte” tra la complessa e variegata realtà italiana e la Commissione UE, con sede a Bruxelles».
Fonte: Comunicato stampa Unirima