Il costo di smaltimento in discarica continua a essere troppo basso. La cifra si attesta oggi sui 110 euro a tonnellata, mentre nel 2013 il costo medio era di circa 90 euro/tonnellata, ma si deve lavorare per rendere sempre meno conveniente il sotterramento dei rifiuti.
E’ questo uno degli elementi che emergono dal dossier di Legambiente ‘Rifiuti zero, impianti mille‘ presentato in occasione della prima giornata dell’Ecoforum sull’economia circolare, organizzato a Roma il 26 e 27 giugno insieme a La Nuova Ecologia e Kyoto Club, in collaborazione con Conai e Conou e con il patrocinio del ministero dell’Ambiente e della Regione Lazio.
Secondo il dossier sono attive in Italia 383 discariche (Ispra 2018, dati 2017 e 2016) dove sono stati smaltiti quasi 20 milioni di tonnellate di rifiuti urbani e speciali. Le situazioni migliori in termini di gestione dei rifiuti (Veneto, Piemonte e Sardegna) spesso risultano dove il costo dello smaltimento in discarica è più alto (almeno 100 euro a tonnellata), con qualche eccezione (Liguria o Basilicata) dove l’alto costo non ha fatto ancora decollare la raccolta differenziata e la riduzione del secco residuo da smaltire. Altra nota dolente la voce di costo dell’ecotassa.
Tra le priorità messe al centro della due giorni dell’Ecoforum ci sono la realizzazione in ogni regione degli impianti necessari per il recupero di materia e il riuso dei rifiuti; la velocizzazione dell’iter di approvazione dei decreti End of Waste per semplificare il riciclo; l’obbligatorietà per tutti i Comuni del sistema di tariffazione puntuale; l’introduzione di una nuova ecotassa in discarica, rivedendo la normativa nazionale del 1995, prevedendo un costo più elevato e la modulazione sulla base dei quantitativi pro capite di secco residuo smaltito.
E ancora: la costruzione di un mercato dei prodotti riciclati rispettando l’obbligo per tutte le stazioni appaltanti pubbliche dell’obbligatorietà dei Criteri ambientali minimi nella gare d’appalto; l’approvazione dei decreti attuativi della legge 132/2016 sul Sistema nazionale protezione dell’ambiente per potenziare i controlli pubblici.
Per Legambiente, una delle principali criticità è la voce di costo relativa all’ecotassa, il tributo speciale richiesto dalle Regioni ai Comuni per il conferimento in discarica. Ancora oggi, infatti, non si è riusciti a modificare la normativa nazionale per trasformare l’attuale tetto massimo di circa 25 euro a tonnellata stabilito per legge nel 1995 in una soglia minima, prevedendo in tutte le Regioni una modulazione in base al secco residuo che si avvia a smaltimento.
In 9 Regioni l’ecotassa viene modulata in base alla percentuale di raccolta differenziata, mentre solo 2 amministrazioni regionali prevedono una modulazione sui quantitativi pro capite di secco residuo da avviare a smaltimento.