Legambiente: “Il nuovo deferimento non ci sorprende. Realizzare al più presto un piano nazionale contro la ‘mal’aria’ e completare i sistemi fognari e depurativi su cui ci sollecita l’Europa, sempre attenta all’ambiente e alla salute dei cittadini”
“La notizia del deferimento dell’Italia alla Corte Giustizia Ue per smog e fogne, arrivato ieri dalla Commissione Europea e che segue quello del 2018 per sforamenti dei limiti di Pm10, non ci sorprende affatto. Anzi è la conferma – dichiara il Presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani – di quanto poco il nostro Paese abbia fatto in questi anni su questi due fronti sui quali, invece, è urgente intervenire. L’inquinamento atmosferico continua ad essere un’emergenza cronica nella Penisola non più giustificabile con le avverse condizioni meteo-climatiche della pianura padana o legate alla sola stagionalità invernale. Se continuiamo di questo passo potrebbero arrivare altri deferimenti e nuovi possibili maxi-multe, e a pagare ancora una volta sarebbero i cittadini in termini di salute e soldi.
In Italia continua a pesare la mancanza di un efficace strategia antismog, per non parlare dei problemi legati al mancato adeguamento alle norme Ue dei sistemi di trattamento delle acque di scarico. Ancora oggi nella Penisola circa il 25% delle acque di fognatura viene scaricato in mare, nei laghi e nei fiumi, senza essere opportunamente depurato, nonostante siano passati oltre dieci anni dal termine ultimo che l’Unione Europea ci aveva imposto per mettere a norma i sistemi fognari e depurativi”.
“Per questi motivi – conclude Ciafani – è urgente realizzare al più presto un Piano Nazionale contro l’inquinamento, penalizzare economicamente il traffico motorizzato privato investendo sul potenziamento del trasporto pubblico locale, pendolare e su ferro; ridurre le emissioni industriali e quelle prodotte dal riscaldamento; dall’altro lato velocizzare al più presto la messa a norma di quei sistemi fognari e depurativi su cui l’Europa, sempre attenta all’ambiente e alla salute dei cittadini, da anni ci chiede di intervenire. Un’Europa di cui si parla spesso male in questo ultimo periodo, dimenticando che è proprio grazie al suo intervento se, ad esempio, è stata chiusa la discarica di Malagrotta a Roma o se Milano ha costruito nel 2001 il suo depuratore”.
Legambiente ricorda che, secondo gli ultimi dati Ispra, nel 2017 i limiti normativi per quanto riguarda la media annuale di biossido di azoto NO2 (40 microgrammi per metro cubo) sono stati superati in 25 comuni capoluogo di provincia: Torino (80 µg/m³ come valore medio annuo), Agglomerato di Milano (Milano Como Monza 64 µg/m³ come valore medio annuo ) e Firenze (64), Brescia e Roma (62), Napoli (61), Palermo (60), Genova (57) Novara (53), Bergamo Trento e Catania (50) sono le prime dieci in classifica. Media annuale superata nel 2017 anche per quanto riguarda il Pm10 (limite annuale 40 microgrammi per metro cubo come media annua) da 6 città: Torino (46 µg/m come media annua), Alessandria Cremona e Padova (42 µg/m³), Pavia e Lodi (41 µg/m³).