Sulle pagine di Avvenire, e sul sito della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile da lui presieduta, è recentemente apparsa un’interessante riflessione di Edo Ronchi, già Ministro dell’Ambiente e “papà” dell’introduzione in Italia della raccolta differenziata, sull’agenda ambientale di Emmanuel Macron, appena eletto all’Eliseo. Non la “solita” analisi politica, una volta tanto, ma una visione d’insieme sul progetto di “transizione ecologica” annunciato dal neopresidente francese. “La transizione ecologica -riflette Ronchi- è per Macron “prioritaria” per affrontare le sfide della nostra epoca a partire da quella climatica, perché coinvolge “tutti gli aspetti della vita economica e sociale”: una transizione innanzitutto “economica ed energetica”, in altri termini una transizione verso una green economy. Una transizione ecologica ben articolata in 6 capitoli di politiche e misure.” Fra quelle ricordate: l’impegno a destinare 15 miliardi a questa transizione, il finanziamento del raddoppio della potenza eolica e solare fotovoltaica entro il 2022, la chiusura delle centrali a carbone entro 5 anni e l’aumento graduale della carbon tax a 100 euro a tonnellata di CO2 entro il 2030, la riduzione della dipendenza dell’energia elettrica nucleare nonché la promozione di misure per il risparmio energetico. Significativo rilievo è attribuito anche agli obiettivi per l’economia circolare, altro pilastro della green economy, come ad esempio quello di dimezzare i rifiuti in discarica entro il 2025, di riciclare il 100% della plastica entro il 2025, di introdurre un sistema di bonus-malus per incentivare i prodotti durevoli e penalizzare quelli nocivi per l’ambiente. Né è trascurato il tema della mobilità sostenibile con l’accelerazione dello sviluppo della diffusione dei veicoli elettrici e con l’introduzione di un incentivo per la rottamazione delle autovetture ante 2001 con l’acquisto di un veicolo ecologico. Più dei singoli obiettivi- che pure non mancano- nel programma di Macron colpisce la vision con la quale affronta la sua proposta di transizione ecologica: non settoriale, ma integrata con le grandi problematiche della crisi economica e sociale e delle soluzioni per aprire nuove prospettive di sviluppo e per nuova occupazione; per affrontare alla radice le grandi ondate migratorie alimentate dalle crisi non solo economiche e del terrorismo, ma anche ambientali e climatiche; per proporre un’idea ottimista di futuro, migliore e possibile.
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