Emergenza clima: Legambiente diffonde i nuovi dati dell’Osservatorio Città Clima: negli ultimi due anni in Italia 21 i fiumi e 10 i laghi a essere colpiti da siccità. Nei primi sei mesi del 2023 ben 12 eventi siccitosi e 28 esondazioni. Preoccupanti anche i dati degli ultimi 13 anni: dal 2010 ad oggi 231 casi di esondazioni fluviali e 49 eventi di siccità.
A fare il punto i nuovi dati dell’Osservatorio Città Clima di Legambiente: negli ultimi due anni, dal 2022 a luglio 2023, in Italia sono stati 21 i fiumi e 10 i laghi ad essere colpiti dalla siccità. Se si guarda ai singoli anni e alla tipologia di eventi climatici estremi, nei primi sei mesi del 2023 nella Penisola sono stati 12 gli eventi siccitosi che hanno colpito laghi e fiumi, 22 quelli nel 2022. Ammontano, invece, a 28 le esondazioni censite da inizio anno da Legambiente, contro le 21 del 2022. A pesare le due alluvioni di inizio e metà maggio in Romagna e nel nord delle Marche. Preoccupante anche il bilancio degli ultimi 13 anni: dal 2010 ad oggi sono 231 casi di esondazioni fluviali, ben il 13,3% di tutti gli eventi estremi registrati sulla piattaforma.
Un quadro preoccupante sui cui per Legambiente occorre al più presto intervenire. Proprio per tenere alta l’attenzione di cittadini e istituzioni sulla necessità di mitigare gli impatti crescenti della crisi climatica, di proteggere e ripristinare i nostri fiumi e in generale i sistemi di acqua dolce, di ridare spazio e riqualificare i corsi d’acqua di tutelare la biodiversità, anche quest’anno l’associazione ambientalista ha aderito al Big Jump, la campagna dell’European Rivers Network, con una serie di iniziative organizzate dai suoi circoli territoriali lungo la Penisola.
“Gli impatti della crisi climatica sono sempre più crescenti ed evidenti sui nostri territori causando ingenti danni all’ambiente, all’economia del Paese, e perdite di vite umane–ha dichiarato Stefano Ciafani, Presidente nazionale Legambiente –. Con il “Big Jump” vogliamo tornare a ribadire l’urgenza di un cambio di rotta immediato. Al Governo Meloni chiediamo un’assunzione di responsabilità con interventi concreti a partire dall’approvazione del Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici e lo stanziamento delle risorse per attuarlo e l’aggiornamento del PNIEC, che deve essere approvato entro un anno e la cui prima bozza inviata a Bruxelles è decisamente poco ambiziosa. Senza dimenticare che il Paese ha bisogno di più politiche territoriali di prevenzione e campagne informative di convivenza con il rischio per evitare che il Paese rincorra sempre l’emergenza e sia interessato dall’ennesima tragedia”.
Focus ondate di calore. Non solo emergenza alluvioni e siccità. Le temperature globali hanno accelerato a livelli record nelle ultime settimane e – a distanza di sette anni dall’ultimo evento – torna a far parlare di sé “El Niño”, un fenomeno atmosferico che potrebbe spingere il 2023 a diventare l’anno più caldo mai registrato. Già il 2022 è stato un “anno nero” per le ondate di calore, come sottolinea il dossier del Ministero della Salute pubblicato a novembre 2022 che ha evidenziato come nel mese di luglio la mortalità sia aumentata mediamente del 29% toccando il picco del 36% nella seconda metà del mese. Tra le città maggiormente colpite Torino con un eccesso di mortalità pari al +70%, a cui segue Campobasso (+69%), Bari (+60%) e Bolzano (+59%). Solo nel 2022 sono stati oltre 2.300 i decessi in Italia dovuti alle ondate di calore, secondo le analisi di Ministero della Salute e Dipartimento di Epidemiologia della Regione Lazio, in crescita rispetto ai 1.472 del 2021 e ai 685 del 2020.